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Alcoa, scontri al corteo di Roma
ROMA – Il corteo della speranza e della lotta a difesa del lavoro degenera in scontri violenti e vede Roma ostaggio della paura. Grossi petardi, fumogeni e suoni assordanti di trombette alla partenza del corteo a Roma degli operai Alcoa.
In testa anche i sindaci del Sulcis. Scontri tra forze dell’ordine e manifestanti vicino al ministero: fitto lancio di mini lamine di alluminio e bottiglie contro le forze dell’ordine da parte dei manifestanti. Le forze dell’ordine hanno risposto manganellando alcuni partecipanti alla manifestazione poi sono iniziati gli scontri. Gli operai dopo i lanci di bottiglie e le cariche si sono fermati con le mani alzate e hanno urlato ‘Vergogna’. Quelle piccole lamine di alluminio sono la loro vita. E con quelle oggi hanno “combattuto” lanciandole durante gli scontri davanti al Ministero per lo sviluppo Economico. “Sono le armi con cui difendiamo il posto di lavoro”, dicono gli operai dell’Alcoa. Prima le hanno disposte davanti al ministero, piccole lamine tondeggianti, quasi a farne un tappeto. “Volevamo far vedere cosa è il nostro lavoro -dice un’operaio – cosa difendiamo, l’anima di tanti giorni, mesi, anni di fatica. Una fatica che amiamo e che ora rischiamo di perdere”. Su ogni mini lamina c’é una cifra che indica la colata, una specie di ‘codice genetico’ del materiale che indica il tipo di composizione e la quantità dei composti. “Questi ‘provini’ (così si chiamano tecnicamente, ndr) rappresentano gli operai Alcoa – aggiungono i manifestanti -, siamo noi e ciò che difendiamo”. Durante gli scontri e le cariche le mini lamine sono diventate anche un’ “arma” occasionale alternativa a bottiglie e petardi. La cancellata del ministero è stata oggetto di un fitto lancio di bombe carta e una è esplosa all’interno. Tra gli operai, per gli scontri precedenti, ci sarebbe almeno un ferito. Forze dell’ordine e manifestanti si fronteggiano e non cessa il lancio di bottiglie e di mini lamine di alluminio all’indirizzo di poliziotti e carabinieri
Momenti di tensione al corteo degli operai Alcoa che hanno cercato di sfondare un cordone della Polizia all’altezza del Ministero dello Sviluppo economico. Gli agenti hanno cercato di contenere l’avanzata dei manifestanti che spingevano in massa contro il cordone. Alcuni operai hanno lanciato diverse bombe carta verso le forze dell’ordine e i blindati. Già precedentemente i manifestanti avevano provato a ‘sfidare’ altri sbarramenti lungo la strada del corteo. Un mezzo della guardia di finanza è stato danneggiato durante i momenti di tensione. Quando i manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine ci sono stati lanci sassi e carta contro agenti e mezzo. Probabilmente una bomba carta è esplosa vicino al mezzo danneggiandolo, seppur non gravemente.
Un manifestante che partecipava al corteo dell’Alcoa è rimasto ferito per evitare una bomba carta che stava per esplodere. Il manifestante è caduto in terra ed è stato soccorso dagli agenti di polizia. Poi è stato trasportato in ospedale. L’incidente è avvenuto nei pressi del ministero dello Sviluppo economico dove continuano a udirsi esplosioni di bombe carta. Una di queste è stata lanciata oltre la cancellata del ministero ma non è esplosa.
E’ di 14 feriti tra le forze dell’ordine il bilancio complessivo in seguito agli scontri davanti al ministero dello Sviluppo Economico. A rimanere contusi sono stati 8 agenti del Primo Reparto, un dirigente e un ispettore, tre carabinieri e un finanziere. Gli operai continuano a protestare davanti all’entrata del dicastero, presidiata dalle forze dell’ordine. Molti di loro indossano magliette nere dalla scritta ‘Disposti a tutto’.
“Fornero al cimitero”. E’ questo lo slogan urlato dagli operai sardi dello stabilimento Alcoa e del Sulcis davanti al ministero dello Sviluppo economico. I lavoratori continuano incessantemente a lanciare verso il ministro ed in strada petardi e bombe carta, mentre sono stati lanciati anche due razzi. Durante la manifestazione qualche operaio è stato colto da malore ed è stato subito soccorso.
Il corteo ha raggiunto via Molise, dove si trova il ministro dello Sviluppo economico. In attesa dell’esito dell’incontro tra la delegazione e i rappresentanti del governo, i manifestanti dell’Alcoa hanno disposto davanti all’entrata del dicastero delle mini lamine di alluminio, ovvero dei campioncini sulle quali vengono effettuate le analisi per capirne la composizioni. L’insolito tappeto di alluminio si trova davanti all’entrata del ministero di via Molise presidiata da un cordone di agenti in tenuta anti sommossa. Ogni tanto si sentono esplosioni di petardi e bombe carta.
Al tavolo al ministero partecipano il governo, con il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincentis, e il viceministro al Lavoro Michel Martone, rappresentanti dell’Alcoa, la Regione Sardegna con il governatore Ugo Cappellacci, e rappresentati degli enti locali del Sulcis Iglesiente. E’ presente una folta delegazione sindacale, con circa 30 esponenti, rappresentanti di Cigl, Cisl e Uil, le loro categorie metalmeccaniche e locali.
Mentre a Roma si svolge la manifestazione dei lavoratori dello stabilimento Alcoa, a Portovesme davanti alla fabbrica si sono radunati gli operai in un piccolo presidio. In occasione della manifestazione di Roma e delle 24 ore di sciopero proclamate dai sindacati i lavoratori rimasti in Sardegna hanno deciso di aspettare le notizie sul vertice romano in un sit in davanti all’ingresso della fabbrica.
‘BASTARDI CI AVETE DELUSO’, FASSINA (PD) AGGREDITO – Stefano Fassina, responsabile per l’economia e il lavoro del Pd, è stato aggredito da alcuni manifestanti dell’Alcoa sotto al ministero dello Sviluppo Economico. Fassina stava rilasciando un intervista quando alcuni operai si sono avvicinati gridando “bastardi ci avete delusò e poi lo hanno spintonato. Scortato dalle forze dell’ordine Fassina è stato costretto ad allontanarsi inseguito da un gruppetto di operai che gli urlavano contro.
«Capisco perfettamente la tensione che gli operai dell’Alcoa stanno vivendo, ovviamente la violenza non è tollerabile. Ero davanti al ministero in supporto agli operai». Sono queste le parole di Stefano Fassina. Dopo l’aggressione Fassina è stato costretto a spostarsi al di là dei blindati delle forze dell’ordine che presidiano la manifestazione. Subito dopo l’aggressione si è verificato qualche altro momento di tensione con un militante comunista che é stato cacciato via dai manifestanti.
BONANNI IN PIAZZA, SUBITO SOLUZIONE – Subito una soluzione per l’Alcoa, che si incentri su un piano per l’energia a basso costo: ad invocarlo è il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, arrivato in piazza della Repubblica da dove è partito il corteo diretto al ministero dello Sviluppo Economico e dove il leader sindacale si è fermato a salutare i lavoratori sardi e i sindaci della zona. «Dobbiamo dare loro una prospettiva, allestendo, progettando e investendo su un piano per l’energia a basso costo. Questa è l’unica soluzione, lo dovrebbero sapere”» ha detto Bonanni, sostenendo che «il governo deve fare il suo dovere, deve prendere in carico la situazione perché non si può lasciare questa zona a se stessa: senza l’attività produttiva, c’é solo il deserto industriale e anche umano».
VENDOLA, VICENDA COLPA POLITICA E GOVERNO – «La vicenda Alcoa e il dramma che stanno vivendo da troppo tempo centinaia di lavoratori e le loro famiglie è la cartina di tornasole dell’incapacità che ha avuto la politica del centrodestra in questi anni, e anche l’attuale governo, nel porre in atto politiche concrete di sviluppo e per il lavoro». Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, nell’esprimere il sostegno di Sel alla lotta dei lavoratori sardi che oggi sono tornati ancora una volta a Roma per esigere una risposta da parte delle Istituzioni. «Si è voluto – prosegue il leader di Sel – via via ‘derubricare’ le crisi industriali che si sviluppavano, come ‘incidenti locali’, e non come conseguenza diretta della mancanza assoluta di progettualità e di politiche industriali. Per anni, ideologicamente, si è inculcato nell’opinione pubblica che gli investimenti industriali nel nostro Paese fossero frenati dalle troppe regole, dai troppi diritti dei lavoratori, e poco e nulla si è fatto sulle infrastrutture sull’innovazione e sui costi dell’energia. Ora non è più rimandare oltre in modo pilatesco – conclude Vendola – I lavoratori dell’Alcoa non possono essere abbandonati. Il governo metta mano ad un piano di politica di sviluppo per la Sardegna, che giorno dopo giorno viene desertificata».
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