Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Scajola non risponde al gip, Matacena resta a Dubai. Emersi legami con la ‘ndrangheta

Archivio Storico News

Scajola non risponde al gip, Matacena resta a Dubai. Emersi legami con la ‘ndrangheta

Pubblicato

il

ROMA – Mentre l’ex presidente libanese Gemayel smentisce ogni legame di parentela con la moglie di Vincenzo Speziali, indagato nel caso Scajola, l’ex ministro dinanzi ai giudici sceglie il silenzio.

Nell’interrogatorio di garanzia, al suo secondo giorno di detenzione al Regina Coeli, Claudio Scajola si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Giorgio Perroni, ha dichiarato che l’ex ministro avrebbe voluto “rispondere ma gli abbiamo consigliato di non farlo: vogliamo prima parlare con lui e studiare le carte”. Nel frattempo è stato reso noto che, nel corso delle perquisizioni delle abitazioni di Scajola, è stato rinvenuto a Genova un documento scritto in lingua straniera che lo inchioderebbe attribuendole la responsabilità nel favorire la latitanza del reggino Matacena. All’ex ministro, come agli altri otto arrestati verrà probabilmente contestata l’aggravante di aver favorito un’associazione di stampo ‘ndranghetistico.

 

Sulla scorta degli elementi forniti dall’antimafia di Reggio Calabria gli inquirenti sostengono che favorendo la latitanza di Matacena, condannato a 5 anni per i legami intrattenuti con la cosca Rosmini, e mascherando la reale titolarità di alcune società che a lui fanno capo, gli indagati abbiano agevolato la ‘ndrangheta visto che la stessa è “interessata a mantenere inalterata la piena operatività di Matacena e della galassia imprenditoriale a lui riferibile utilizzata per schermare la vera natura delle relazioni politiche, istituzionali ed imprenditoriali dello stesso garantite“. Si ipotizzano quindi l’associazione per delinquere e l’associazione mafiosa. Reati contestati anche a Vincenzo Speziali, nipote omonimo dell’ex senatore del Pdl, che avrebbe provato ad aiutare Scajola per far migrare Matacena da Dubai, dove si trova libero ma senza passaporto, a Beirut, in Libano.

 

Amedeo Matacena però resta a Dubai. Certo si dice ‘amareggiato e dispiaciuto’ per quanto successo, ma resta all’estero. Attraverso il suo legale, Enzo Caccavari fa sapere di essere “addolorato per quanto sta accadendo a Claudio Scajola, mio ex coordinatore di partito nonchè collega ed amico dal 1994. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la mia innocenza”. Lui, figlio dell’armatore che diede inizio al traghettamento nello Stretto di Messina, il patron dei traghetti reggini, che ha trascorso la vita tre Reggio Calabria, Roma e Montecarlo, dove risiede è stato eletto dagli italiani in Parlamento ben due volte. La maxi inchiesta Olimpia lo vide poi condannato e coinvolto nella ricostruzione che l’antimafia reggina fece di un centinaio di omicidi e dei rapporti tra ‘ndrangheta e politica in Calabria. Domani sua moglie, Chiara Rizzo, cui sono stati disposti gli arresti domiciliari rientrerà in Italia domani con un volo che la porterà a Roma, e da Roma a Reggio Calabria.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA