Archivio Storico News
Ispezione al carcere di Siano, detenuto sospende sciopero della fame
 
																								
												
												
											CATANZARO – Chi non vi è mai entrato non può comprendere cosa sia un penitenziario.
Lo sa bene Emilio Quintieri arrestato circa un anno fa perchè trovato in possesso di alcuni grammi di cannabinoidi. Lui che conosce cosa significa vivere stipati in 6 metri quadri per almeno venti ore al giorno. Il giovane ambientalista cetrarese ha visitato ieri insieme a Sabatino Savaglio ed Enza Bruno Bossio la struttura del carcere di Siano in provincia di Catanzaro che come tanti altri centri di detenzione italiani è stato additato dalla Comunità Europea quale luogo di tortura, violenze, ingiustizie ed abusi; privo di qualsiasi tipo di recupero sociale. L’ultima ispezione avviata nel carcere di Siano era avvenuta a metà gennaio.
A distanza di tre mesi la delegazione ha rilevato che “sono state ritinteggiate le pareti di diversi reparti detentivi ivi compreso le celle ed i locali doccia che, in precedenza, erano corrose dal tempo e ricoperte di umidità e muffa anche per la copiosa infiltrazione di acqua piovana dall’esterno. In altri reparti, invece, si è potuto constatare che i locali doccia sono ancora malridotti e non funzionanti. In molti di questi locali doccia, che dovrebbero essere all’interno di ogni cella ed invece sono in comune, sono stati installati degli aspiratori per prevenire la successiva formazione di umidità e muffe. Pare che sia stato risolto, anche se non completamente, il problema dei topi come confermato dai detenuti. Tutte le sale colloquio sono state ristrutturate ed eliminato l’illegale muro divisorio che impediva ai ristretti di avere contatti con i propri congiunti e specie con i figli minori.
Ma, quel che è più importante, è che le celle di 12 metri quadrati circa compreso l’attiguo bagno non sono più occupate da 3 detenuti come prima ma, bensì, da 2 persone. Ma, in ogni caso, non si è in regola con i parametri spaziali siccome definiti dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nella nota sentenza “Torreggiani ed altri contro Italia” poiché, sottratta dalla superficie totale quella adibita a servizio igienico, ciascun ospite fruisce di uno spazio vitale di circa 4 metri quadrati lordi, ulteriormente ridotto, al netto, dalla presenza degli arredi (letti a castello, armadietti, etc.), a meno di 3 metri quadrati. La stragrande maggioranza della popolazione detenuta (detenuti presenti 474, capienza regolamentare 354, esubero 120) ha lamentato, nuovamente, l’eccessiva severità della Magistratura di Sorveglianza che non terrebbe in considerazione le relazioni fatte dal Gruppo di Osservazione e Trattamento del Carcere e della inesistente attività di vigilanza ed ispezione dei locali di detenzione.
Per quanto concerne, invece, la Sanità Penitenziaria resta un forte giudizio negativo. Infatti sono stati sentiti diversi detenuti che attendono, da svariati mesi, di essere sottoposti ad una risonanza magnetica presso l’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro, nonostante la gravità della situazione riscontrata e la necessità di tale accertamento diagnostico per procedere ad interventi chirurgici anche abbastanza seri e rischiosi. A seguito dell’ispezione Vincenzo Rucci, 49 anni, detenuto ininterrottamente da 23 anni in espiazione di una condanna all’ergastolo, dopo un colloquio avuto con la delegazione, ha sospeso immediatamente lo sciopero della fame, praticato da 40 giorni, decidendo di riprendere i rapporti con la famiglia che non voleva più né sentire né vedere. Nei prossimi giorni l’Onorevole Bruno Bossio con una Interrogazione chiederà chiarimenti al Ministro della Giustizia Andrea Orlando sull’operato della Magistratura di Sorveglianza, proponendogli di valutare l’istituzione a Catanzaro di una Sezione di Reclusione anche per i detenuti dell’Alta Sicurezza nonché di finanziare ed accelerare i lavori finalizzati alla realizzazione delle docce all’interno delle celle. Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiederà, invece, come intenda far assicurare dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ai cittadini detenuti livelli di prestazione analoghi  a quelli garantiti ai cittadini in stato di libertà”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social