Calabria
Le criticità
La Corte dei Conti ferma il Ponte sullo Stretto: “chiarimenti su costi e iter”. Ma il Governo potrebbe andare avanti
La magistratura contabile aveva già evidenziato perplessità sulla delibera del CIPESS che approvava il progetto definitivo. Ma il Governo può comunque andare avanti
ROMA – La Corte dei Conti aveva sollevato già a settembre una serie di dubbi tecnici e procedurali sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, ora al centro dell’attenzione dopo il blocco della delibera del CIPESS. In un documento di sei pagine, inviato alla presidenza del Consiglio, il magistrato istruttore Valeria Franchi aveva ricostruito la tempistica dei diversi passaggi amministrativi, evidenziando la necessità di chiarimenti su più fronti. I rilievi definitivi saranno pubblicati tra circa trenta giorni, quando saranno note le motivazioni complete della decisione.
I giudici della corte dei Conti entro 30 giorni renderanno note le motivazioni del provvedimento, anticipando però che si tratta esclusivamente di rilievi burocratici legati alla delibera CIPESS. Tra le principali criticità rilevate dalla Corte ci sono lacune nella motivazione della delibera e nella documentazione a supporto delle determinazioni del CIPESS. Secondo la Corte, la delibera «si appalesa più come una ricognizione delle attività intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze di dette attività, sotto il profilo sia fattuale sia giuridico». Altri punti critici riguardano la trasmissione degli atti: la Corte aveva infatti sollevato perplessità sulla modalità con cui erano stati inviati i documenti via link e sulla tempistica della comunicazione tra Ministero delle Infrastrutture e del MIT e Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ponte sullo Stretto: dubbi su pareri e alternative progettuali
La Corte aveva inoltre chiesto chiarimenti sulle valutazioni svolte dal comitato in merito all’efficacia della delibera del Consiglio dei Ministri dell’aprile 2025, approvando la relazione sui motivi imperativi di interesse pubblico. Mancavano indicazioni sulle alternative progettuali, mentre veniva dichiarata la sussistenza di motivi di interesse pubblico legati alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente. La Corte richiede aggiornamenti anche sull’interlocuzione con la Commissione Europea, segnalata da recenti notizie di stampa.
Oneri economici e stime di traffico
Sotto il profilo economico, la Corte aveva evidenziato un disallineamento tra l’importo asseverato da KPMG (10,481 miliardi di euro) e quello indicato nel quadro economico approvato (10,508 miliardi). Criticità sono emerse anche sugli incrementi dei costi della sicurezza rispetto al progetto preliminare e definitivo, sugli importi relativi ai servizi di ingegneria e monitoraggio, nonché sulle spese per acquisizione immobili e misure compensative per l’impatto territoriale e sociale.
Dubbi anche sulle stime di traffico, alla base del Piano Economico-Finanziario redatto da TPlan Consulting, con richieste di chiarimento sulle modalità di selezione della società e sui risultati degli studi, anche in relazione agli approfondimenti istruttori del CIPESS.
Questioni procedurali e pareri mancanti
Sul piano procedurale, la Corte aveva sottolineato l’assenza del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici relativo al voto 220 del 1997, invitando il Comitato a integrare la documentazione in conformità. In sintesi, i rilievi della Corte dei Conti riguardano chiarezza, trasparenza, congruità economica e completezza delle valutazioni tecniche, questioni che hanno portato al blocco della delibera e che ora aprono un dibattito politico e tecnico sull’opportunità e la fattibilità dell’opera.
Il governo può comunque decidere di andare avanti
Tecnicamente, anche con il parere negativo della Corte dei Conti, il governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto. Infatti – viene spiegato dalla stessa Corte – nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, secondo la legge, l’amministrazione interessata, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei Conti, può chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso.
In questo caso la Corte, se ancora mantiene la propria contrarietà, è chiamata ad apporre un ‘visto con riserva alla delibera’. La procedura prevede poi una segnalazione in Parlamento: “L’atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del Governo – spiega il sito della Corte – poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l’elenco degli atti registrati con riserva”.
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