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A Cosenza la mostra di Giuseppe Gallo: ‘Duplice è il movimento delle cose’

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A Cosenza la mostra di Giuseppe Gallo: ‘Duplice è il movimento delle cose’

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galleria ellebi 28 dicembre cosenza

COSENZA – Domani, 28 dicembre, è previsto il ritorno della galleria Ellebi, che riaprirà il suo nuovo spazio tra le antiche vie del centro storico, con un moderno concept tra arte e ospitalità. È quasi un ritorno dal futuristico web al passato, che costituirà una solida base per il domani dell’arte nella città bruzia. Nell’ultimo periodo, la galleria è stata attiva online, ma da tempo si pensava a un innovativo progetto che potesse unire in qualche modo arte e ospitalità.

E così, Marilena e Claudia Sirangelo hanno non solo ripreso il percorso artistico iniziato nel 1968 dalla nonna, Maria Carbone – fondatrice a Cosenza del Centro d’arte La Bussola, una tra le prime gallerie d’arte del Meridione – ma hanno pensato anche di realizzare uno spazio diverso dai canoni classici della galleria, delineando il progetto della “Dimora d’arte” all’interno della quale hanno creato le “Residenze d’arte”, un luogo di soggiorno per gli artisti nazionali e internazionali e di ospitalità per i visitatori, che potranno risiedere nella struttura a contatto diretto con gli artisti. Gli spazi della dimora, così come le due stanze, ospiteranno opere e sculture di artisti storicizzati fino alle nuove generazioni.

Da Michelangelo Pistoletto a Cesare Berlingeri, da Serafino Maiorano ad Alex Pinna. E ancora Giulio Telarico, Vincenzo Marsiglia, Barbara Bonfilio, Nando Crippa, Giovanni Talarico, Arjan Shehaj, Giovanni Fava e Alessio Ancillai. Tanti altri artisti nei prossimi mesi abiteranno lo spazio trasformando la dimora in una residenza vibrante e dinamica.

Giuseppe Gallo

Terrà a battesimo questo nuovo progetto con una raffinata mostra che intreccia letteratura, matematica, cosmologia e filosofia, temi a lui tanto cari, omaggiando in particolare filosofi meridionali del ‘500 da Giordano Bruno, a Tommaso Campanella fino a Bernardino Telesio. Il catalogo della mostra, con un testo critico di Lorenzo Madaro, sarà presentato al termine dell’esposizione prevista a fine febbraio ’24.

“Un nomade mai solitario – scrive Lorenzo Madaro nel suo testo critico – perché attraverso il proprio lavoro compie un viaggio costante, dialogando idealmente con differenti ambiti della ricerca, muovendosi con disinvolta libertà tra differenti linguaggi. Questa mostra segna un ritorno nella propria terra d’origine, la Calabria, un vero e proprio percorso di lettura di alcuni passaggi cruciali della sua pittura, attraverso una selezione ragionata di opere su carte e sculture della produzione più recente, alcune concepite appositamente per il progetto.

“Duplice è il movimento delle cose”, sostiene Giordano Bruno nel suo De magia, aggiungendo “naturale e preternaturale; quello naturale proviene da principio intrinseco; quello preternaturale da principio estrinseco; naturale è quello che armonizza con la natura, la solidità, la generazione; al contrario il preternaturale, è duplice: violento, contro natura, oppure ordinato e coordinabile, non in contrasto con la natura”. Questa riflessione di Bruno ben esprime alcune attitudini primarie del lavoro del maestro, tra i padri nobili dell’arte italiana a partire dagli Ottanta, quando ha esordito, dapprima nel panorama italiano e poi in quello internazionale, con una pittura densa di riferimenti, inquietudini, energia, ironia drastica, mescolando un alfabeto visivo di forme e immagini, parole e citazioni colte, con un fare energico e originale, sempre proteso verso la ricerca di nuove soluzioni visuali.
La storia, per Gallo, è un grande archivio in cui rintracciare immagini, segni, strati, che attraverso tecniche miste traccia sulla superficie dell’opera. Il gesto è parte integrante di un processo primario di espressione, che vede la pittura come mezzo primario di dialogo con un altrove che non è soltanto lontananza dal reale, ma presupposto essenziale di dialogo con l’essenza dell’armonia delle forme stesse, di volta in volta recuperate, assemblate, ripensate. Nella sua ricerca estremamente sofisticata sulla radice primaria delle immagini, Gallo costruisce un vero e proprio alfabeto che di volta in volta ricrea e distrugge, ripensandolo con un approccio assieme colto e apparentemente leggero. Dopo oltre quarant’anni di ricerca, il lavoro di Gallo è infatti sempre, estremamente, contemporaneo.

Gallo giuseppe artista

Giuseppe Gallo nasce a Rogliano (CS) nel 1954. Vive e lavora a Roma dal 1976, anno in cui inaugura la prima personale presso la Galleria Ferro di Cavallo. Nel 1979 approda in ambito internazionale con Europa ’79 a Stoccarda. In questi anni stabilisce il suo studio nell’ex-pastificio Cerere, quartiere San Lorenzo. Durante tale periodo si moltiplicano le iniziative nazionali ed internazionali: varie esposizioni presso la Galleria Ferranti di Roma; rassegne al Groninger Museum a Groningen; alla Haus am Waldsee a Berlino nel 1981; l’esordio a New York con la Annina Nosei Gallery nel 1983, la partecipazione alla collettiva Atelier a cura di Achille Bonito Oliva nel 1984, L’Italie aujourd’hui/Italia oggi a Nizza e la mostra Anniottanta a Bologna nel 1985. Nello stesso anno è invitato a partecipare alla XIII Biennale de Paris.

Tra il 1986 e il 1992 si susseguono cinque personali: Sperone Westwater a New York con il catalogo scritto da Giorgio Agamben; L.A. Louver di Venice; Akira Ikeda a Tokyo; Gallerie Di Meo a Parigi e Galleria Triebold a Basilea. Partecipa alla Biennale di Venezia sia nel 1986 che nel 1990 con una sala personale presso il Padiglione Italia.

Nel 1990 inaugura la mostra Giuseppe Gallo. Oh Vocazione allestita prima a Roma, presso la Galleria Gian Enzo Sperone, e successivamente a Milano presso la Galleria Claudia Gian Ferrari Arte Contemporanea, dove esporrà nuovamente nel 1995 con la personale Giuseppe Gallo. Con le unghie della purezza. Risalgono al 1989 e 1993 due personali presso la Galleria di Alessandro Bagnai a Siena: Gallo è pazzo e Giuseppe Gallo. Danza armonia sui volti/sfiora le ciglia/e fermati sulle labbra di chi ride. Nel 1998 presenta la personale Tempus edax rerum. Seven Sculptures Measuring Time and Gallo’s Twenty-four Hours a Vienna, presso la Galerie Ernst Hilger, e successivamente a Parigi presso la Galerie Di Meo. Nel 2001 presenta al Museo di Rende, sua terra di origine, Prova generale, un’analisi della sua intera attività, a cura di Achille Bonito Oliva, con la direzione generale di Tonino Sicoli; l’anno successivo inaugura una mostra-allestimento presso la Fondazione Volume! di Roma, e nel 2004 dedica alle sue sculture la retrospettiva Percorso amoroso presso la Galleria Civica di Spoleto, a cura di Giovanni Carandente. Dal 2005 al 2006, si susseguono una serie di esposizioni personali, quali Mito-Rito-Sito a cura di Rolf Lauter e Mirta D’Argenzio (Galleria dello Scudo, Verona) e Gioco felice di un suonatore di tamburi (Galleria d’arte Emilio Mazzoli, Modena). Nel 2007 gli viene dedicata una personale al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, a cura di Danilo Eccher, dove vengono ripercorsi i 25 anni della sua produzione artistica. L’anno seguente inaugura un’ampia rassegna, a cura di Inge Herold e Danilo Eccher, dedicata al suo lavoro presso la Kunsthalle di Mannheim. Del 2008 è la personale Giuseppe Gallo. Symphonie en trois mouvements, presso la Galerie Di Meo a Parigi. Tra il 2009 e il 2010 partecipa a numerose collettive in importanti musei e spazi pubblici italiani quali: Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo al MART -Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Gli anni 80. Una prospettiva italiana, alla Villa Reale di Monza; Keep your seat: stai al tuo posto alla GAM –Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno gli dedica una personale nel 2010, La leggerezza dell’incoscienza; è del 2013 la personale Prismi all’Oratorio di San Rocco di Padova; mentre nel 2014 viene inauguratala mostra Gallo morto per amore –piccole sculture corpo a corpo a Bibo’s place, Todi. Nel 2015 sono tre le personali a lui dedicate: Il Quinto Quarto, in occasione dei dieci anni della Fondazione Pastificio Cerere, Rettangoli Aurei alla Galerie Italienne di Parigi e Una notte ho provato a uccidere un sogno. Da allora non mi sono più svegliato presso il Castello Normanno-Svevo di Cosenza.
Le opere di Giuseppe Gallo fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche quali il Moma di New York, il Museum Modern Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, il Contemporain Midi Pirenées di Toulouse, il Groninger Museum, il Fukuyama Museum of Art, il Museum Biedermann di Donaueschingen, il MART di Rovereto, la GAM di Torino e il Parkview Green Museum di Pechino.

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