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Investe ed uccide un giovane dopo una lite: continua la caccia all’uomo

Calabria

Investe ed uccide un giovane dopo una lite: continua la caccia all’uomo

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REGGIO CALABRIA – Sono ancora in corso le ricerche dell’uomo che stanotte, a Reggio Calabria, ha investito volontariamente con la propria automobile, in un’area di servizio della statale 106 ionica, a “Pellaro” di Reggio Calabria, due persone con le quali aveva avuto poco prima una lite per futili motivi, uccidendone una. Il fuggitivo é Francesco Sapone, di 42 anni, con precedenti penali. La vittima è un ventisettenne di nazionalità marocchina, Moussine El Rhannaoui. Portato nel pronto soccorso del “Grande ospedale metropolitano” di Reggio Calabria, il giovane é morto poco dopo il ricovero. Troppo gravi le lesioni interne provocate dall’impatto con la vettura condotta da Sapone, che si é dato immediatamente alla fuga.

Ferito, ma non in pericolo di vita, un altro giovane, italiano, che era insieme a Moussine El Rhanna nel momento della lite con Sapone e della folle azione da parte del 42enne. Per lui si é reso necessario, comunque, il ricovero in ospedale. Il ferito è stato sentito dagli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria, guidata da Alfonso Iadevaia, per ricostruire la dinamica dei fatti.

La testimonianza del giovane italiano ferito

Secondo quanto é stato possibile accertare, El Rhannaoui e l’altro giovane che era insieme a lui, nel momento in cui sono usciti dal bar della stazione di servizio, sono stati aggrediti, apparentemente senza alcun motivo, da Sapone, che in quel momento era seduto di fronte al locale. Subito dopo il 42enne si é messo alla guida della propria vettura e, partendo a tutta velocità, si é lanciato contro i due giovani, investendo in pieno El Rhannaoui e solo parzialmente l’altro. Gli investigatori non escludono, tra l’altro, che l’uomo ed i due giovani con i quali ha avuto la lite fossero ubriachi. Su quanto é accaduto la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, ha aperto un’inchiesta.

Francesco Sapone, pregiudicato legato alla ‘ndrangheta

Il sostituto procuratore di turno, Lucia Spirito, ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima. I poliziotti, nell’ambito delle indagini, si sono presentati a casa di Francesco Sapone ed hanno sentito la moglie dell’uomo anche per acquisire informazioni sulla sua personalità che possano fornire una spiegazione al suo comportamento. L’omicida, tra l’altro, è persona nota alle forze dell’ordine perché ritenuto vicino ad alcune cosche di ‘ndrangheta di Pellaro, ed in particolare ai Ficara-Latella. Nel 2011, tra l’altro, fu arrestato nell’ambito dell’operazione, denominata “Reggio Sud”, contro la ‘ndrangheta. Condannato in primo grado a 8 anni di reclusione, con l’accusa di essere l’armiere della cosca, fu assolto in appello. Quattro anni prima era stato già arrestato perché durante una perquisizione gli erano state trovate in casa alcune armi, oltre ad un “rituale” di affiliazione alla ‘ndrangheta.

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