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Il Cosenza e la notte magica di Lorenzo

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Il Cosenza e la notte magica di Lorenzo

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COSENZA – Il boato esplode all’ultimo respiro. C’è voluto tutto l’orgoglio e il cuore dei tifosdi sugli spalti e della squadra in campo,

per “passare” la palla a Lorenzo Franzese che, nella notte magica della sua vita, ha regalato e s’è regalato una serata da incorniciare. L’attaccante, classe ’93, cosentino purosangue, in quei pochi scampoli di gara che è stato in campo, ha fatto vedere che con il gol ci sa fare: senso della posizione, fiuto da attaccante di razza, opportunismo da consumato bomber. Sono queste alcune delle doti che accompagnano e sponsorizzano la carriera calcistica di questo promettente golden boy, cresciuto in curva. La Sud. La Donato Bergamini, quella stessa curva, verso la quale è corso come un dannato per andare ad esultare il suo gol, raccogliendo l’ovazione dello stadio. In quel gol, così come in quella sua corsa, non c’è solo la felicitùà personale, ma l’entusiasmo di una squadra e di una tifoseria che, seppur ancora numericamente distante dalla bolgia di qualche anno fa, è ritornare a sperare nell’aggancio al Messina. E’ ritornata a crederCi. Già a crederCi. alla Lega Pro. Casomai passando dalla porta principale, con l’entrata trionfale e non dall’ingresso secondario della lotteria dei play off. Ma questa oggi è un’altra storia. Oggi il Cosenza, con i tre punti “acciuffati” sul gong, contro il Sambiase, in una gara che, per alcuni aspetti, ad un tratto è valsa una stagione, continua la sua corsa, mantenendo il fiato sul collo della lepre giallorossa che, come sua abitudine, con il minimo sforzo, ha conquistato in casa tre punti d’oro, per restare lì in cima. A cinque punti di distanza. La partita contro il Sambiase, il gol di Franzese, mi hanno fatto ritornare in mente, e credo sia successo a tutti i tifosi rossoblù, un lontanissimo ed acceso Cosenza-Salernitana. Una gara strana, una porta, quelal campana, stregata ed impenetrabile, un incantesimo nero che fu spezzato, anche allora sul suono dell’ultimo gong, da una “zampata” di Zampagna. Fu l’apoteosi. Così com’è successo ieri. Cambiano i tempi, cambiano gli scenari, cambiano le categorie, cambiano i volti, i calciatori e le scritte sulle maglie, ma non cambia mai la passione per questi due colori, per il Cosenza e per la sua storia. Di ieri sera, ricorderò per sempre l’assalto al fortino lametino, il gol di Franzese, l’urlo liberatorio della tifoseria e il “rosario” di entusiasmo che il bravissimo collega ed amico Gianluca Pasqua, volto noto di Ten e radiocronista per i Lupi per Radio Sound e Antenna Bruzia, ha “recitato” al momento del gol dell’attaccante cosentino, finendo per quasi perdere la voce e facendo sussultare anche il tifoso più distratto, rimasto in poltrona a sentirsi la partita alla radio. In quell’urlo di Gianluca Pasqua c’è tutto il senso di una passione e di una fede calcistica che, nessuna categoria, spegnerà mai. Grande Gianluca, grande Cosenza, grandi Lupi e, soprattutto, grazie Lorenzo. Ovviamente Franzese.

IL COSENZA DELL’ULTIMO GONG, “MICIDIALE” PER AVVERSARI E DEBOLI DI CUORE – Per il Cosenza ritornano due magie: quella del San Vito di notte ma soprattutto quella dell’ultimo minuto. La Cosenza del pallone stenta ancora a riprendersi dopo la palpitante vittoria contro il Sambiase. Negli occhi dei tifosi che hanno seguito la squadra ci sono ancora le immagini festose dopo il gol del “ragazzino”, Lorenzo Franzese, che ci consente ancora di sperare nel sorpasso al Messina. Le ultime partite di notte al San Vito si sono sempre chiuse con le vittorie dei Lupi. Nello scorso campionato abbiamo battuto la Gelbison (2-0, gol di Mosciaro e Romano) nella stagione regolare e poi il Messina (3-0, gol di Marano, Arcidiacono e Fiore) e la Lavagnese (1-0, Mosciaro). Non poteva mancare anche quest’anno il sigillo “notturno”. Ma il Cosenza ci ha abituati anche a queste vittorie al cardiopalmo che, naturalmente, sono anche le più belle. Abbiamo cominciato presto in questa stagione, già alla quarta giornata ad Agropoli quando “Biccio” Arcidiacono ha segnato in pieno recupero, al 94’, buttando in rete un cross di Pesce. E ci siamo ripetuti appena sette giorni dopo, il 30 settembre, alla quinta giornata, quando Pesce si è procurato il calcio di rigore decisivo al 92’ per battere un indomito Ribera. Era stato Manolo Mosciaro a trasformare il tiro dagli undici metri. Due mesi dopo, ancora al San Vito, il 25 novembre, il Cosenza non riusciva a superare la barriera eretta dalla difesa della Cavese e il risultato era bloccato sull’1-1 quando Tiberio Parenti, sfruttando una perfetta sponda di capitan Parisi, ha fatto urlare di gioia al 95’ il popolo rossoblu. E che dire dell’altro urlo, forse ancora più bello, che i tifosi hanno levato al cielo del “Tarsitano” di Paola il 24 febbraio quando Giovanni Foderaro ha depositato in rete una splendida accelerazione di Guadalupi? Anche in quel caso il novantesimo era passato da un po’ di tempo…Il gol di Franzese, dunque, è il quinto della serie “all’ultimo respiro” e la lista potrebbe legittimamente allungarsi comprendendo anche altri quattro gol del Cosenza in piena zona Cesarini che però hanno soltanto legittimato altre vittorie sofferte come quello di Mosciaro nel 3-1 al Palazzolo al San Vito, quello di Salvino in Cosenza-Savoia 4-2 e quello di Foderaro in Gelbison-Cosenza 0-2. Sempre e comunque dopo il novantesimo. Della serie: Cosenza all’ultimo respiro!. Che dire. Forza Lupi. 

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