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Latorre: la politica lo “banna”, Au lo “licenzia”

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Latorre: la politica lo “banna”, Au lo “licenzia”

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ARCAVACATA – La politica lo rifiuta, gli studenti gli vogliono cacciare la poltrona. Quando il nome del Magnifico, ci riferiamo al Rettore, Giovanni Latorre, durante la fase

preparatoria di liste e listini, è circolato in via Sant’Andrea delle Fratte, c’è stata una piccola levata di scudi. La nomination non è piaciuta, soprattutto perché Latorre non incarna quel rinnovamento che i vertici del Pd cercano di seguire nelle candidature “dirette” (e garantite in posizione utile per l’elezione), che non passano al vaglio delle primarie. A nulla sono valsi i tentativi degli sponsor dell’accademico cosentino a fargli ottenere il si dagli Stati generali del Pd. Difficile che il tentativo degli sponsor dell’accademico cosentino vada in porto. Anche perché il nome dell’Unical è associato a episodi di cronaca non proprio edificanti, da qualche mese a queste parte. L’ultimo anno della gestione Latorre è stato segnato, infatti, dall’inchiesta “110 e lode”. L’università che avrebbe dovuto sfornare la nuova classe dirigente calabrese, guardandosi allo specchio si è riscoperta (anche) una fabbrica di statini falsi. Il rettore ha portato lo scandalo in Procura, ma all’interno dell’ateneo è stato molto criticato. La principale accusa è quella di aver gestito l’inchiesta soltanto sotto il profilo mediatico, preoccupandosi più di prendere le distanze dai fatti che di impegnarsi per rimuovere le cause. Gli esami taroccati nel “suo” campus restano una macchia nel curriculum gestionale di un “Magnifico” che ha, da sempre, avuto il pallino della politica. Ma non solo la politica l’ha rifiutato. Anche gli studenti, gli vogliono girare le spalle. Azione Universitaria chiede l’immediata elezione di un nuovo Rettore. “La scelta di continuare fino a fine anno è prepotente e arrogante” dichiara Michele Chiappetta presidente provinciale di AU. Eletto nel 1999, è ancora lì. Il magnifico Rettore Giovanni Latorre ‘regge’ l’Università della Calabria da ben quattordici anni. Capita, è capitato. E’ bastata una modifica dello statuto. Il movimento studentesco legato ad Alleanza Nazionale dopo aver rese note le proprie rimostranze sulla permanenza fino alla fine del 2013 del Rettore Giovanni Latorre traccia un bilancio del rettorato del professore filoPD. “Crediamo che il suo non sia stato un buon operato, – afferma Chiappetta – sicuramente non ha brillato per efficienza. Il numero di borse di studio e di alloggi è diminuito vertiginosamente in questi anni. Le nuove case per gli studenti non sono state ancora terminate perché mancano i fondi e La Torre ha già deciso di privatizzarne la manutenzione. Noi ci chiediamo: se già mantenere un posto letto costa 300 euro all’Unical ora che è ancora a gestione pubblica, quanto costerà se subappaltiamo ai privati? Non appoggiamo la privatizzazione ed il modus operandi del nostro Rettore. Non porta alla crescita e all’affermazione delle eccellenze della nostra università”. Poi un affondo sulla querelle della proroga del mandato. “Certo la giurisprudenza gli dà ragione, potrebbe rimanere fino alla fine dell’anno, – spiega il presidente provinciale di AU – ma c’è da nominare un nuovo cda, se le nomine le fa lui l’amministrazione dell’ateneo rimarrà identica per chissà quanti anni ancora”.

 

LA PRIMA OCCASIONE POLITICA – La sua prima grande opportunità politica si materializza nel 2005, con la Gad (Grande assemblea democratica) che sceglie il candidato a governatore per il centrosinistra calabrese. A quell’occasione, Latorre arriva come candidato della società civile. Ma, in realtà, nei mesi precedenti, cerca sponde anche nei partiti: nell’Italia dei valori e nei Verdi, però, non c’è posto. E non ce n’è (in una posizione utile a essere eletto) neppure nel listino bloccato legato alla candidatura di Loiero, che lo batte in quelle primarie ante litteram. A quei tempi, Giovanni Latorre vuole “fuggire” dall’università e misurare le proprie capacità di amministratore. Sogna un posto da assessore:niente da fare. È in quel momento di difficoltà che l’Unical riesce nel miracolo di trasformare una cocenta sconfitta in una investitura (quasi) a vita.

 

L’ATTACCO – Passano gli anni e l’atmosfera muta decisamente. Beneficiando di un cavillo (“benedetto” dal governo”) della legge Gelmini, Latorre è rimasto al timone per quasi altri due anni, oltre ai dodici previsti. Quattordici in totale. Il passaggio dall’unanimismo ai contrasti è gestito con fastidio. E dai presidi arrivano osservazioni che fanno imbestialire Latorre. L’attacco al vetriolo, rivolto al Magnifico è, come riportato lo scorso 4 gennaio dal Corriere della Calabria, un vero e proprio atto di “sfiducia” nei confronti di Latorre. «Se noi siamo qui è perché abbiamo sottoposto all’opinione delle nostre facoltà e dell’opinione pubblica progetti scientifici e culturali. Tu, invece, quando hai ottenuto il nostro appoggio per il terzo mandato, ti eri impegnato a rilanciare questo ateneo: bene, cosa hai fatto in questi ultimi anni?». Le accuse sono la spia di un disagio palpabile. Anche per i suoi vecchi sostenitori, Latorre – negli ultimi anni – ha fallito. Miseramente e su tutti i fronti

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