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Contagi, ora le scuole rischiano davvero la chiusura. Rezza “doloroso ma possibile”

Italia

Contagi, ora le scuole rischiano davvero la chiusura. Rezza “doloroso ma possibile”

Marco Garofalo

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In arrivo il parere del Cts dopo la richiesta delle Regioni che premono per chiudere gli istituti dopo l’esplosione dei contagi e delle varianti. A prendere atto del rischio di “possibili chiusure” è lo stesso direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza “cresce il tasso di incidenza in età scolastica”

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COSENZA – I governatori chiedono di correre ai ripari nelle scuole di fronte al dilagare delle varianti del Covid. E il Governo si prepara a valutare le indicazioni che potrebbero arrivare già in queste ore dal Comitato Tecnico Scientifico, pronto a tracciare un aggiornamento del quadro epidemiologico negli istituti. A prendere atto del rischio di “possibili chiusure” è lo stesso direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, per il quale considerare tali eventualità “è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti, è chiaro che tale decisione è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici. Il tasso di incidenza sta crescendo in età scolastica” e “ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini ma senza forme gravi. Quest’ultimo è un elemento di cui tenere conto”.

L’obiettivo comune è fare chiarezza sui dati della diffusione delle nuove mutazioni del virus tra i ragazzi nelle aule: una richiesta che era arrivata nelle ultime ore dalle Regioni e che è stata portata all’attenzione dell’Esecutivo – durante la cabina di Regia che si è riunita a Palazzo Chigi – dai ministri delle Autonomie e dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e Patrizio Bianchi. Nel frattempo c‘è chi già annuncia lo stop alle lezioni in presenza in tutti gli istituti, come il governatore campano Vincenzo De Luca, dopo che a Napoli si sono registrati diversi casi di variante inglese. Un provvedimento che resterebbe in vigore fin quando tutti coloro che lavorano in ambito scolastico della regione, quindi non soltanto i prof, non saranno immunizzati. “Prima dobbiamo completare la vaccinazione del personale e poi parleremo di riapertura”, spiega De Luca, annunciando “la possibilità di completare le somministrazioni agli operatori scolastici per marzo”. Novità anche nelle Marche, che dispongono la didattica a distanza per gli studenti delle scuole secondarie. Il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, ha firmato un’ordinanza che prevede fino al 5 marzo (giorno di scadenza dell’attuale Dpcm), la dad al 100% in tutte le scuole superiori.

Le chiusure saranno anche legate ai “colori” delle regioni: con l’entrata in zona rossa di Basilicata e Molise anche queste ultime restano entrano nella modalità della didattica a distanza. Restano chiusi anche gli istituti della Puglia, dove il Tar Puglia ha rigettato il ricorso di un gruppo di genitori baresi contro l’ultima ordinanza del governatore Michele Emiliano che dispone, fino al 14 marzo, per ogni ordine e grado, la didattica integrata digitale (Did) al 100%, riservando la presenza per l’uso di laboratori, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’inclusione degli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali. In Sardegna – che è in odore di zona bianca – resta al momento la riduzione al 50%, ma solo alle superiori, sulla presenza dei ragazzi, così come già previsto per tutte i territori in area gialla. In un’altra decina di regioni – così come previsto per la fascia arancione – la didattica è in presenza tra il 50 e il 75% per le superiori, per i più piccoli fino alle medie lezioni in presenza.

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