Calabria
Regionali, scoppia la rivolta nel M5s calabrese: si dimette il coordinatore Parentela
Il voto sulla piattaforma Rousseau ha mandato su tutte le furie diversi esponenti del movimento calabrese che parlano di tradimento e decisione inaccettabile. Deputati e senatori bocciano la decisione del voto online per decidere se partecipare o meno alle regionali in Calabria. E il coordinatore Parentela annuncia le sue dimissioni
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COSENZA – Se non è rivolta poco ci manca. Di sicuro il clima è a dir poco incandescente nel Movimento 5 stelle calabrese. La decisione di affidarsi al voto della piattaforma per decidere se correre o meno alle prossime regionali, sta suscitando un vero e proprio vespaio di polemiche. La decisione è arrivata nella serata di ieri con un lungo post sul blog del Movimento nel quale si legge che “è il momento di chiederci se questa grande mobilitazione di crescita e rigenerazione sia compatibile con le attività elettorali. Per questo il Movimento Cinque Stelle ha deciso di far scegliere agli iscritti se partecipare o meno alle elezioni in Emilia Romagna e in Calabria” La votazione è aperta dalle 12 di oggi e si chiuderà alle 20″.
Comunicazione arrivata dall’alto senza nessun preavviso e che non sarebbe stata concordata con le varie deputazioni regionali. Il voto ha scatenato un vero e proprio terremoto proprio in Calabria dove nel 2018, alle politiche, il Movimento 5 Stelle fece saltare il banco conquistando praticamente tutte le circoscrizioni (portando in parlamento 17 eletti), mentre oggi è ai minimi storici in termini di gradimento. Eppure, nonostante la volontà di Di Maio di non correre alle prossime regionali, per evitare una figuraccia, il Movimento sembrava esser riuscito a trovare la strada giusta evitando l’apparentamento con il Pd (mai gradito agli attivisti regionali) e indicando come nome forte quello di Francesco Aiello, docente dell’Università della Calabria. Il nome di Aiello sarebbe stato condiviso, nel corso dell’ultimo vertice con la delegazione calabrese, dallo stesso Di Maio. Ma il passo indietro arrivato ieri sera per i deputati e senatori, che non si aspettavano il voto su Rousseau, è una resa inaccettabile e un tradimento.
Di pochi minuti fa la notizia delle dimissioni del coordinatore della campagna elettorale, Paolo Parentela, che annuncia il suo passo indietro “non c’è alcun nesso tra l’annunciata riorganizzazione del Movimento 5 Stelle, l’ennesima da circa un anno, e la scelta di chiedere agli iscritti di ogni parte d’Italia se partecipare o meno alle imminenti Regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna”, scrive il deputato, che rimarca “a chiunque è chiaro, infatti, che si tratta di questioni diverse: una è ristrutturare il Movimento, ampliare la partecipazione, immaginare e costruire insieme il futuro del Paese. Altra cosa è dare il nostro contributo concreto per i prossimi 5 anni in Calabria e in Emilia Romagna, così evitando la pericolosa deriva verso l’estrema destra indotta da un accecato Matteo Salvini, artefice della caduta del primo governo Conte, decisa e prodotta sotto Ferragosto per pura brama elettorale. Anche il semplice buon senso indica che il Movimento si rinnoverebbe se ottenesse propri rappresentanti nei due Consigli regionali che usciranno dalle riferite consultazioni, previste il 26 gennaio 2020, cioè tra poco”.
“Perciò – scrive ancora Parentela – non capiamo né condividiamo la decisione di indire questo voto su Rousseau, peraltro giustificato con una forzata e vaga responsabilizzazione degli eletti 5 Stelle, che non regge né tiene conto delle emergenze ed esigenze specifiche del territorio calabrese e di quello emiliano-romagnolo. Finora, come parlamentari del Movimento 5 Stelle espressi dalla Calabria abbiamo lavorato per elaborare un programma, un progetto solido da proporre agli elettori della nostra regione, dalla quale emigrano giovani e intere famiglie per causa dell’affarismo di Palazzo, degli appetiti e ricatti della vecchia politica, della ‘ndrangheta e di altri potentati ben noti, non soltanto burocratici”.
Forciniti “voto su Rousseau è umiliante”
Il commento di più duro arriva da Francesco Forciniti, che definisce il voto online “umiliante”. In più, il post con cui sono state indette le consultazioni sulla piattaforma è “di una scorrettezza allucinante, perché indirizzano l’esito del voto in maniera palese.Io non sarò complice di quella che sarebbe una svendita inaccettabile della nostra Regione in nome di interessi altri che non sono certo i nostri, un tradimento che non possiamo e non dobbiamo riservare a tante gente libera e onesta che ripone fiducia e speranze in noi, in una terra difficile come la Calabria”. Per Forciniti gli attivisti devono “far capire forte e chiaro che alle prossime elezioni regionali dobbiamo esserci. Siamo venuti fin qui per azzerare un certo modo di fare politica, non certo per stare alle dipendenze del Pd. Sarò esplicito – scrive su Facebook – Se ci sarà impedito di partecipare alle prossime elezioni regionali calabresi, si sarà consumato un subdolo gioco di palazzo per lasciare al Pd qualche possibilità in più di salvare le proprie poltrone emiliane, con l’illusione da parte di qualche stratega romano che questo possa rafforzare il governo giallorosso. Evidentemente l’esperienza del caso Diciotti e del rapporto con Salvini non ci ha ancora fatto capire che piegarsi alla volontà degli alleati di turno non rafforza in alcun modo il governo. Di tradimento parla invece il deputato Francesco Sapia: “Ho sputato sangue per il Movimento e adesso mi sento tradito”.
Dirette anche le parole di un altro deputato, Riccardo Tucci, che – contattato dall’Adnkronos – è letteralmente sbottato: “Non mi fate dire niente è una porcheria”. La senatrice Bianca Laura Granato, come Forciniti, invita tutti gli attivisti a votare sì: “Il Paese non va in pausa perché noi avremmo bisogno di una pausa. Come possiamo chiedere coraggio senza dimostrarlo a nostra volta?Come possiamo dire ai cittadini che la matita è l’arma più potente per salvare i loro destini? Dovremmo stringerci nelle spalle e dire ai calabresi: purtroppo per voi non c’è nessuna scialuppa di salvataggio. Arrangiatevi con la ‘ndrangheta che già sta penetrando nelle file dei partiti dati per vincenti”.
Aiello “il mio impegno per la Calabria rimane vivo”
“Il Paese vive una fase delicata della propria vita democratica, in cui la personalizzazione del dibattito politico schiaccia idee e programmi. Ciò vale in modo particolare in Calabria, una regione che ha, invece, un estremo bisogno di costruire una propria identità e di definire un progetto per il futuro. Spinto da tali motivazioni, da anni coordino un gruppo di lavoro che ha l’obiettivo di alimentare dibattiti e formulare proposte finalizzate a rimuovere gli ostacoli che limitano lo sviluppo regionale”. Lo afferma, in una dichiarazione, Francesco Aiello, ordinario di Politica economica dell’Università della Calabria e possibile candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Calabria. “Da qualche giorno – aggiunge Aiello – sto ricevendo sollecitazioni da giornalisti, colleghi e cittadini che chiedono di esprimermi sulle informazioni apparse sulla stampa nazionale e regionale relative a una mia possibile candidatura in qualità di presidente della Regione Calabria. A tale proposito, confermo che il mio profilo è oggetto di valutazione da parte di diversi parlamentari del Movimento 5 stelle. Tuttavia, non avendo ancora ricevuto alcuna investitura ufficiale, mi sembra prematuro rilasciare dichiarazioni di merito rispetto ad un eventuale coinvolgimento. Indipendentemente da ogni valutazione interna a partiti e movimenti, rimane vivo il mio impegno nella direzione di mantenere alta la qualità del dibattito sul futuro della Calabria“.
Orrico “La Calabria ha bisogno di un rappresentate del Movimento”
“La Calabria ha bisogno di avere un rappresentante del Movimento 5 stelle all’interno del Consiglio regionale, così come avrebbe bisogno di avere un presidente e una giunta regionale a 5 stelle, capaci di possedere una visione e avviare un concreto percorso di rinascita per quella che è da sempre considerata la Cenerentola d’Italia”. Lo scriveAnna Laura Orrico, Sottosegretario 5 Stelle ai beni culturali e unica rappresentante calabrese nel governo. “Se dicessi di essere d’accordo con la decisione presa dal capo politico – e da chi oggi ricopre ruoli nel gruppo dirigente all’interno del Movimento – di ricorrere alla votazione su Rousseau per decidere del destino di due regioni profondamente diverse, mentirei”, aggiunge.
“Sappiamo tutti – continua Orrico – quanto sia difficile una campagna elettorale in Calabria dove il voto segue per lo più logiche clientelari e pericolose. Questo però non deve scoraggiare chi crede che le cose possano cambiare, chi vuole proporre un’alternativa in modo da poter dire: ho fatto la mia parte, non ho votato per il meno peggio (come spesso accade alle nostre latitudini), ho votato, anzi, per il meglio che avessi a disposizione; ho votato secondo coscienza, pensando al mio futuro e al bene comune della mia terra. Come potremmo spiegare a chi ha voglia di partecipazione, a chi è pronto a mettersi in gioco per dare alla Calabria una prospettiva diversa, che non lo può fare, non con il Movimento? Questa è la chance che vorrei dessimo ai calabresi perché, nonostante qualche errore, il Movimento continua ad essere la forza politica che, più di ogni altra, è in grado di intercettare le energie positive che desiderano mettersi al servizio del bene comune lasciando all’angolo i soliti maneggioni e i dinosauri della malapolitica. Mi sono candidata per servire la mia regione e il mio Paese. Ogni mattina, quando poso i piedi per terra, avverto il peso della forza di gravità che quasi mi schiaccia perché sulle mie spalle porto enormi responsabilità: svolgere il mio lavoro al massimo delle mie potenzialità, essere corretta, lottare per i diritti di chi non ha voce, riportare la mia regione a essere riconsiderata con positività e dignità. Con questa stessa responsabilità, adesso che ricopro un incarico di governo, voglio affermare che la Calabria merita di presentare una lista 5 stelle, merita di scegliere autonomamente il proprio destino. Non ho votato quando su Rousseau si decideva se realizzare o meno il patto civico in Umbria, non ritenevo giusto che a decidere per gli umbri fossi io che non vivo quel territorio. Oggi, invece, voterò su Rousseau – conclude Orrico – per riaffermare il mio sacrosanto diritto da cittadina e calabrese di lottare fino in fondo per liberare dalle catene la mia regione”.
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