La relazione del segretario è stata accolta all’unanimità dalla direzione dei democratici: “no a confuse ammucchiate o manovre di palazzo. Esecutivo di legislatura o voto. Il problema più grave da affrontare è la mostruosa manovra di bilancio”. E pone 5 condizioni per trattare con il Movimento 5 Stelle”
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ROMA – Durante la Direzione del Partito Democratico, il segretario Nicola Zingaretti apre ad un governo con il Movimento 5 Stelle che nel frattempo ha fatto quadrato attorno al suo leader Luigi Di Maio “siamo un monolite. Sarebbero cinque punti per trattare sulla nascita di un nuovo governo PD-5Stelle ma, come dichiarato dal segretario Dem che sia il migliore possibile “nessun accordicchio sottobanco ma alla luce del sole – ha detto Zingaretti – occorrono verifiche per costruire un programma possibile, condiviso da un’ampia maggioranza parlamentare. Una mossa per mettere nell’angolo Matteo Salvini. “Verificheremo alla luce del sole queste condizioni che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate. Il problema più grave – continua il segretario dem – non è un se l’esercizio provvisorio ma la mostruosa manovra di bilancio che si dovrà fare. La clausola IVA vale 23 miliardi, il doppio dell’anno passato, la più alta di sempre. Con le altre spese obbligate si arriva a 30 miliardi È questa l’eredità avvelenata. Togliamoci dalla testa che si troveranno con facilità. Ecco perché la legge di bilancio è il punto di partenza di ogni confronto
“Sono molto contento e molto soddisfatto per il livello di unità e compattezza che abbiamo trovato – ha continuato Zingaretti – nella direzione del partito, che per la prima volta dopo moltissimi anni ha votato dandomi un mandato all’unanimità. Noi siamo pronti per riferire al presidente Mattarella la nostra piena disponibilità a verificare le condizioni di un governo di svolta utile al paese“.
Le cinque condizioni poste del PD
Sono cinque le condizioni poste dal PD per iniziare il dialogo con il M5S: appartenenza leale all’Unione europea, pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento. Sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale, cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa e svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti. “Non ho mai demonizzato il M5s, ma dobbiamo essere consapevoli che con loro ci sono profonde differenze. Se nei prossimi giorni le trattative tra Pd e M5s dovessero portare a una necessaria discontinuità su un’ampia base parlamentare, io credo – ha concluso Zingaretti- che dovremo assumerci la responsabilità di dar vita a una governo di svolta per la legislatura”.
Che l’accordo PD e Cinque stelle sia più di una possibilità lo avrebbe capito da tempo anche Matteo Salvini “c’è soltanto il 10% delle possibilità di andare al voto dopo le consultazioni”. Il retroscena con le dichiarazioni del segretario leghista ai suoi uomini, riportato dal Corriere della Sera.