Calabria
L’allarme: “entro il 2025 in Calabria mancheranno circa 1400 medici”
Lo afferma in una nota il Codacons che mette in risalto il rischio che si possa andare incontro a un inevitabile futuro peggioramento del servizio sanitario “allarmi lanciati da tutte le organizzazioni del settore, dall’Anaao all’Osservatorio Nazionale sulla Salute”
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COSENZA – “Entro il 2025 mancheranno in Calabria circa 1400 medici a causa della carenza di camici bianchi che interessa tutto il Paese e che peggiorerà nei prossimi anni in relazione ai pensionamenti che non riusciranno ad essere compensati dalle nuove assunzioni”. Lo afferma in una nota il Codacons che richiama gli allarmi lanciati da tutte le organizzazioni del settore, dall’Anaao all’Osservatorio Nazionale sulla Salute chiedendo un incontro al commissario straordinario della sanità calabrese Saverio Cotticelli.” Anche in Calabria – afferma il Codacons – si sta andando incontro a un inevitabile futuro peggioramento del servizio sanitario reso all’utenza, sia in termini quantitativi che qualitativi, a causa della carenza di medici nelle corsie degli ospedali e presso le strutture territoriali. Per affrontare l’emergenza medici abbiamo deciso di inviare una istanza alla Regione Calabria, chiedendo di accreditare presso il Servizio sanitario gli studi medici privati, al pari di quanto già avviene con le cliniche convenzionate, che devono operare per sopperire alla mancanza di camici bianchi”.
Per l’associazione basterebbe infatti “apportare le necessarie modifiche alla normativa vigente per consentire a tutti i pazienti di poter accedere in modo il più possibile agevole alle prestazioni di cui necessitano, in particolare attraverso l’introduzione della possibilità di ottenere la prestazione sanitaria presso strutture private non accreditate a fronte del pagamento del ticket sanitario regionale, ovvero in esenzione laddove prevista, al pari di quanto già avviene presso le strutture private accreditate o presso gli enti sanitari pubblici”.
Richieste di ben 6.000 medici stranieri da pubblico e privato
Alla ricerca di medici e infermieri stranieri residenti in Italia per fronteggiare le carenze di professionisti sanitari a causa dei pensionamenti: sono 6.000 le richieste di camici bianchi, infermieri e fisioterapisti giunte in un anno all’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) da parte di strutture sanitarie pubbliche e private. Le richieste per i soli medici sono state 3.000. Lo spiega il presidente Amsi Foad Aodi, precisando che il maggior numero di richieste di medici è arrivata dal Veneto (400), seguito da Piemonte e Lombardia (350). Dalla Calabria arrivate 50 richieste. Dal primo gennaio 2018 sono giunte all’Amsi 1000 richieste da strutture sanitarie pubbliche e private e da studi medici e poliambulatori. Ogni richiesta avanzata comprende offerte di impiego per 1 fino a 35 professionisti della sanità di origine straniera in Italia, tra medici, infermieri e fisioterapisti. In totale sono stati quindi richiesti all’Amsi i contatti per 6.000 professionisti della sanità: in particolare, 3.000 medici, 2.600 infermieri e 400 fisioterapisti.
Le specializzazioni più richieste – afferma Aodi – sono anestesia, ortopedia, medicina d’urgenza, radiologia, chirurgia, neonatologia, ginecologia, pediatria, cardiologia, neurochirurgia, geriatria e medici di famiglia. Quanto alla tipologia dell’offerta di lavoro, nella maggioranza dei casi si tratta di contratti per Libero professionista e contratti a tempo determinato sia nel privato sia nel pubblico, con retribuzione da stipendio sindacale, ma in vari casi inferiore nel settore privato”
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