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Fabio Ciccimarra: il funzionario “licenziato” dallo Stato
 
																								
												
												
											COSENZA – Licenziato dallo Stato. Dallo scorso mese di luglio, Fabio Ciccimarra, professione “sbirro”, napoletano di nascita, ex capo della squadra Mobile di Vibo Valentia, Latina, Cosenza e L’Aquila, ha “appeso al chiodo” distintivo e pistola, non per una sua scelta, ma per l’imposizione dello Stato.
A seguito del verdetto di colpevolezza, scritto ai suoi danni dai magistrati della Corte di Cassazione, in relazione ai fatti di Genova. Per quei fatti, relativi come si ricorderà al G8, è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione con la interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Per i tre anni, sia perché beneficiario dell’indulto, sia perché la sua fedina penale era immacolata, nessuna conseguenza. Per gli otto mesi, invece, si. Li dovrà scontare tra arresti domiciliari e servizi sociali. Per il funzionario di polizia, il giorno della sospensione dalla “sua” forza dell’ordine preferita è stato traumatico, se non, comprensibilmente, doloroso. Non si aspettava, infatti, di scrivere l’epilogo di questa brutta storia che l’ha visto protagonista, con questo finale davvero triste. Dopo 20 anni di onorato servizio, caratterizzato da una carriera, costellata di grandi successi investigativi e di meritate promozioni sul campo che, l’hanno visto scalare le “vette” gerarchiche. Una condanna che, purtroppo, per lui, non solo macchia la sua carriera ma anche la possibilità di nuovi successi, personali e professionali. Fabio Ciccimarra, prima di essere uno “sbirro”, è figlio e fratello di “sbirri”. Il padre è stato dirigente della Digos negli anni dell’ offensiva terroristica e il fratello è in servizio alla questura di Milano. Saputa la sospensione, Ciccimarra ha preferito non rilasciare dichiarazioni pubbliche, preferendo commentare in silenzio il verdetto di condanna emesso dagli “ermellini” della Cassazione. A qualche amico ha confessato di «ho chiuso un capitolo, ne aprirò un altro, molto probabilmente cercando lavoro nel settore privato».
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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