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Lettera aperta: “Sud lasciato in mano a qualche ‘zingaro felice’, io vittima di furto”

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Lettera aperta: “Sud lasciato in mano a qualche ‘zingaro felice’, io vittima di furto”

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Una ragazza di 27 anni della Provincia di Cosenza ci ha scritto una lettera aperta per manifestare il suo malessere. Un mese fa infatti è stata vittima di un furto d’auto a Cosenza.

SPEZZANO PICCOLO (CS) – “Viviamo in un’epoca percorsa da grandi trasformazioni, quali politiche, culturali, sociologiche e relazionali. Viviamo una storicità che connette le diverse parti del mondo; viviamo perennemente connessi ma soli e confusi allo stesso tempo. Scriviamo un presente impregnato di complessità, continue ricerche delle proprie identità e soprattutto, contribuiamo a rendere silente il marciume che ci circonda. Viviamo in Italia, portatori di un’unica alzabandiera: nati nel “Paese delle mezze verità”. Portatori nel Sud di difficoltà, di ambizioni mute, percorsi stroncati o personalità vaganti in cerca di una luce nel futuro. C’è chi, nel grigiore della nebbia, ha tentato di cogliere un fiore e annaffiarlo fino alla morte.

La vita è strabiliante nella sua unicità, poiché ti offre momenti lucenti (la famiglia; il successo scolastico e/o lavorativo; l’ebbrezza del primo unico grande amore) ed altri dipinti di nero (la morte; la rabbia; la delusione; le continue cadute), i quali segneranno tutti il tuo bagaglio personale, rendendosi mero fardello per tutta l’esistenza. Nello specchio degli eventi, l’unica cosa da fare è guardare la realtà e reagire, ovunque tu sia. Accade che, quel fiore, nella lentezza del tempo, si ritroverà a fronteggiare molte spine che probabilmente non fungeranno mai da complemento alle mezze verità. Perché viviamo costernati nella paura di urlare che questo sistema fa letteralmente schifo? Perché continuiamo ad accettare che il lavoro sia un ricatto? Perché ancora accettiamo che i nostri sacrifici (quelli delle persone oneste) vengano sciupati da delinquenti?

Esiste un’ancora di giustizia nel momento in cui, pur di riavere qualcosa di tuo, sei costretto a patteggiare con il sistema stesso? Viviamo qui, in una città dove è facile rubare, impossessarsi illegalmente dei tuoi oggetti di valore e restare poi impuniti. Viviamo nella paura di osservare quel muro fatto di putredine sobbarcare l’onestà del tuo lavoro e dimenarsi nell’oblio delle pratiche burocratiche assegnate alle forze dell’ordine. Esiste poi un ordine mentre, diradati al verde, qualcuno gode dei tuoi sacrifici? Sud. Sud bello, pieno di sole, mare e colori ma un Sud dimenticato, lasciato in mano a qualche ‘zingaro felice’ “.

Savina Donato
Spezzano Piccolo (CS)

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