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Disoccupazione a Cosenza, Confindustria dà i numeri
COSENZA – I dati presentati ieri sull’economia calabrese sono devastanti.
Il dossier redatto da Confindustria Cosenza dipinge la drammatica “mortificazione civile” della disoccupazione. “La Calabria nella crisi italiana: una regione in affanno”, il Rapporto sull’economia calabrese che ogni anno realizza l’associazione degli industriali cosentini è stato reso noto ieri e mostra, in generale nel Paese e con particolare intensità in Calabria, incrementi da capogiro: tra il 2011 ed il 2012 le persone in cerca di occupazione sono aumentate del 61%, passando da 84 mila a 135 mila. La differenza rispetto all’Italia nel tasso di crescita della disoccupazione è stato di 30 punti percentuali. Nei primi tre mesi del 2013, inoltre, il livello della disoccupazione in Calabria raggiunge le 168 mila unità, 33 mila in più rispetto alla media dell’anno precedente e 35 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2013 (+27%). Attualmente in Calabria solo 38 persone ogni 100 in età lavorativa ha un’occupazione, mentre ve ne sono 64 ogni 100 al Nord, e solo un giovane calabrese su quattro ha un’occupazione, mentre al Nord è un giovane su due. Diminuisce l’occupazione industriale, sia nella componente delle costruzioni che nella manifattura. Il settore delle costruzioni ha avuto nel 2012 una perdita di 5 mila posti di lavoro (-9,6%) rispetto all’anno precedente, ma si aggrava nei primi 3 mesi del 2013 registrando una diminuzione di 12 mila unità lavorative (circa un quarto di quelle complessive). Non va molto meglio alla manifattura che nel 2012 registra un aumento di 3 mila unità (+8,4%), ma ad inizio 2013 segna un netto -14,6% di occupazione (7 mila lavoratori in meno rispetto allo stesso periodo del 2012). La perdita di occupati nel settore manifatturiero è l’aspetto più preoccupante delle tendenze settoriali, perché indebolisce ulteriormente un settore strutturalmente gracile nella nostra regione con una dinamica negativa che si perpetua dal 2008 (-2 mila unità, pari a -2,9%). L’andamento occupazionale in agricoltura è rovesciato rispetto a quello della trasformazione industriale: il 2012 si conclude segnando una perdita di posti di lavoro pari a 4 mila addetti in meno rispetto al 2011 (-5,6%), mentre nei primi tre mesi del 2013, probabilmente in ragione della stagionalità dei lavori in agricoltura. L’occupazione nel terziario è in diminuzione sia nel breve che nel medio periodo. Il settore nel complesso subisce una contrazione di 17 mila posti di lavoro negli ultimi quattro anni (-4%), di cui 7 mila solo tra il 2011 e il 2012 (-1,6%). L’inizio del nuovo anno segna un ulteriore calo di 14 mila addetti (-3,5%) tra il primo trimestre 2012 e lo stesso periodo del 2013.
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