Calabria
Protestano i migranti a San Ferdinando: “carabinieri razzisti, siamo qui per lavorare e mangiare”
 
																								
												
												
											Un centinaio di migranti sta inscenando, per le strade di San Ferdinando, una manifestazione dopo l’episodio di ieri nel corso del quale un carabiniere ha ucciso un giovane del Mali.
SAN FERDINANDO (RC) – Secondo una prima ricostruzioni dei fatti, il carabiniere si sarebbe difeso dall’aggressione con un coltello e ferito, per difendersi, avrebbe estratto la pistola e sparato. E questa mattina i migranti sono scesi in strada, a protestare. I migranti che stanno attuando la protesta scandiscono slogan contro i carabinieri, definendoli “razzisti”. I manifestanti gridano anche “Italia razzista” ed espongono cartelli dello stesso tenore. Gli immigrati che stanno attuando la manifestazione si stanno recando davanti la sede del Comune. Sono presenti agenti di Polizia in borghese che stanno controllando l’evolversi della protesta.
“Non siamo qui per fare la guerra o per fare casini, siamo qui per lavorare e per mangiare. I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere”. Lo ha detto un migrante del Mali, connazionale del giovane morto ieri, davanti al Municipio di San Ferdinando, dove gli extracomunitari accampati nella tendopoli si sono radunati per protestare le condizioni in cui sono costretti a vivere nella tendopoli. “Quello che è accaduto ieri – ha aggiunto il migrante – non è giusto. E vogliamo che tutta l’Italia e tutta l’Europa lo sappiano”.
L’atteggiamento dei cittadini: indifferenza
É improntato ad indifferenza l’atteggiamento dei cittadini di San Ferdinando in merito alla protesta messa in atto dai migranti ospiti della tendopoli dopo l’episodio di ieri in cui è morto un cittadino maliano di 27 anni. Nella piazza del Municipio del centro della Piana di Gioia Tauro ci sono alcuni cittadini che assistono alle proteste seduti sulle panchine o ai bordi della piazza. Non c’è alcuna reazione e nessuno ha voluto commentare quanto sta accadendo.
Volontaria dell’organizzazione Medici per i diritti umani: “bisogna capire la dinamica”
“La manifestazione organizzata oggi da questi ragazzi è pacifica. Speriamo adesso che la Procura di Palmi vada avanti e che l’indagine non venga archiviata. Quello che si chiede è una cosa giusta: sapere perchè è stata uccisa questa persona”. Lo ha detto Giulia Bari, volontaria dell’organizzazione Medici per i diritti umani che da anni opera nella tendopoli di San Ferdinando: “C’è una ricostruzione ufficiale dei carabinieri – prosegue il medico – e adesso aspettiamo che le indagini facciano il loro corso. Bisognerà capire, da una parte, la dinamica del fatto e sapere, dall’altra, cosa succederà dopo. Queste persone infatti vivono costantemente situazioni di isolamento che sono indegne e sono costrette a condizioni di lavoro che non hanno registrato alcun miglioramento negli ultimi anni”.
“Da parte della Prefettura di Reggio Calabria – prosegue il medico – quest’anno si è cercato di costruire una risposta attraverso un protocollo d’intesa per realizzare una nuova tendopoli e politiche di inclusione abitativa e accoglienza diffusa sul territorio. Nel tempo però troppe volte le tendopoli sono state distrutte e ricostruite per arrivare, purtroppo, a ciò che è accaduto ieri”
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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