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Caso Bergamini, i conti non tornano: due ore per percorrere qualche km
Roseto Capo Spulico. Ore 17.40 di un sabato di tanti anni fa. I carabinieri del piccolo comune cosentino sull’alto ionio fermano una Maserati per un controllo di routine. A bordo Donato Bergamini, giovane calciatore del Cosenza e la fidanzata Isabella Interno’.
Questo l’episodio in cui il giovane calciatore fu visto vivo per l’ultima volta. La riapertura delle indagini sul caso Bergamini sta riaccendendo i riflettori su alcuni aspetti degli eventi, forse sottovalutati, forse non interpretati correttamente.
Gli inquirenti si starebbero infatti concentrando su un lasso di tempo che non “scorre chiaramente”: l’ultima volta che il calciatore fu visto in vita erano le 17.40 a Roseto Capo Spulico; eppure i carabinieri di Rocca Imperiale decretarono il decesso del Bergamini alle 19.20.
17.40 – 19.20: quasi due ore di tempo per percorrere solo 4 km. Che cosa e’ successo in quel lasso di tempo per un tratto di strada che si percorre normalmente in pochi minuti?
Isabella Interno’, fidanzata all’epoca con il calciatore e nuovamente indagata per la morte del Bergamini, dichiaro’ che dopo l’accertamento al posto di blocco, Denis decise di fermarsi in uno spiazzo, a quattro chilometri dall’abitato di Roseto, dove parlarono a lungo: disse che Bergamini le racconto’ che voleva andare via da Cosenza, che aveva paura e che le chiese di accompagnarlo a Taranto per imbarcarsi per la Grecia.
Eppure da Taranto non partono navi per la Grecia.
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