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Unical: continua l’inchiesta sugli esami truccati

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Unical: continua l’inchiesta sugli esami truccati

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Sono sessantuno le persone coinvolte nell’inchiesta “Centodieci e lode” sui presunti falsi esami dell’Unical, che dovranno rispondere dei reati di falso e frode informatica.

E’ iniziata oggi di fronte al gup di Catanzaro, Giovanna Mastroianni, l’udienza preliminare, con l’accusa sostenuta dal pm di Cosenza Antonio Bruno Tridico e dal pm di Catanzaro Alessia Miele.
Il periodo accademico di riferimento va dall’anno 2004 al 2011 e tra gli imputati figurano diversi laureati, tre segretari, una tutor e il professore Daniele Gambarara, ordinario di Filosofia del Linguaggio. Principale indagata è la Magarò, accusata di aver falsificato numerosi statini, apponendo la firma degli ignari docenti.
Le carte sequestrate nel corso delle indagini e le consulenze grafologiche richieste, hanno rivelato il processo di frode: una volta fotocopiato uno statino già utilizzato, veniva sostituito il nome dello studente con quello da “agevolare”, ed inserita la firma falsificata del docente.
Il giornalista Rai, Pino Nano, che risulta tra i sessantuno indagati, continua a difendersi, dichiarando: “Il mio fascicolo personale universitario, così come sequestrato in sede d’indagine, era assolutamente mancante di tutti i documenti – compresi tutti gli statini degli esami sostenuti dal sottoscritto – che invece dovevano essere contenuti in quel fascicolo“. Al fine di tutelarsi, Pino Nano ha sporto denuncia contro ignoti per soppressione, distruzione e occultamento di atti veri (art. 490 del codice penale). 

Originariamente gli indagati erano settantasette. Nel corso dell’inchiesta tredici posizioni sono state archiviate e tre studenti hanno patteggiato la pena. 

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