Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

‘Ndrangheta a Rende, l’antimafia perquisisce le donne dei boss

Archivio Storico News

‘Ndrangheta a Rende, l’antimafia perquisisce le donne dei boss

Pubblicato

il

RENDE – L’inchiesta Terminator si abbatte sulle cosche cosentine.

La direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sta conducendo alcune perquisizioni nel Comune di Rende nei confronti di presunti affiliati alla ‘ndrangheta bruzia. L’ordinanza disposta dal procuratore Pierpaolo Bruni riguarda gli appalti affidati dal municipio rendese ai familiari di alcuni esponenti della criminalità organizzata cosentina. A finire nel mirino dell’antimafia sono sei persone, due società e un bar. Oltre alle perquisizioni presso le aziende e le abitazioni dei titolari è stata quindi disposta l’acquisizione dei documenti presso la sede del Comune di Rende. Al centro della vicenda l’affidamento del servizio mensa avvenuta nel 2010-2011 e la concessione di un locale di proprietà del Comune per la realizzazione di un bar. L’operazione è scaturita dall’evoluzione dell’inchiesta Terminator riguardante la gestione delle cooperative rendesi che ha portato nel dicembre del 2012 all’arresto dell’ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo e dell’ex assessore comunale Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del PD, accusati di corruzione e corruzione elettorale. Arresti revocati dal Tribunale del Riesame di Catanzaro che con il provvedimento di scarcerazione ha permesso che i due politici rendesi tornassero a svolgere liberamente le proprie attività. Ruffolo a seguito dell’indagine aveva provveduto ad autosospendersi dalla carica di assessore dopo avere ricevuto un’informazione di garanzia per il reato di usura, aggravata dalle modalità mafiose.

 

Gli appalti sarebbero stati affidati dal Comune di Rende ad imprese che vedono apparire tra soci, lavoratori e familiari sodali del clan Lanzino: la ‘Ristomax’ e ‘Il Melograno’. Dalle indagini emerge che alla prima fu affidata nel 2011 la gara per la gestione delle mense scolastiche rendesi. Nella Ristomax pare che tra i dipendenti risulti esservi anche Silvana Ruà, sorella di Gianfranco Ruà il rispettato boss bruzio attualmente in stato di detenzione cui nome appare anche nelle inchieste relative ai lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria e della stazione di Paola. Tra i nomi eccellenti che brillano nei curricula dei lavoratori della Ristomax appare quello della giovane Ida Cundari, figlia della compagna di ‘Ettaruzzo’ Lanzino capo indiscusso dell’omonima cosca. A finire sotto i riflettori dell’antimafia l’azienda a cui venne affidato l’appalto l’anno precedente, ‘Il Melograno’. Tra i lavoratori della ditta del settore ristorazione appaiono Maria Brunella Patitucci cugina del ‘delfino’ della cosca Francesco Patitucci, perla della ‘ndrangheta bruzia. La concessione dei locali comunali successivamente adibiti ad attività di bar sarebbe invece stata affidata direttamente a Robertina Di Basile, moglie di Adolfo D’Ambrosio, considerato elemento di spicco della cosca Lanzino. Tutte donne. Donne e lavoratrici che all’alba di stamane si sono ritrovate i carabinieri dietro la porta pronti a mettere a soqquadro le case alla ricerca di cosa, non è dato sapere. Degli accertamenti sull’operato del Comune di Rende e della documentazione acquisita dalla Dda le autorità mantengono il massimo riservo. Soprattutto sui nomi di chi avrebbe firmato l’affidamento di appalti e sulle irregolarità effettuate nelle assegnazioni.

 

 

 

 

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA