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Roberto Saviano all’Unical: “E’ la cocaina che muove il denaro”
 
																								
												
												
											ARCAVACATA – In Calabria per presentare il suo nuovo libro, “Zero zero zero”, Roberto Saviano ha tenuto una lezione all’UNICAL, accolto dalle note dell'”Inno alla Gioia” e da centinaia di studenti.
E’ stata la sua prima volta in una universita’ del Sud. Saviano è stato introdotto dal direttore del dipartimento di studi umanistici Raffele Perrelli e da Nuccio Ordine studioso di Giordano Bruno. Dalle domande poste dalla platea, si e’ sviluppato poi un monologo che e’ durato piu’ di un’ora. Saviano ha parlato delle mafie, con particolare riguardo alla ‘ndrangheta. “La cocaina e’ piu’ commerciabile dell’oro e non esiste reso – ha detto Saviano – e ci sono posti, come in Africa, dove non ci sono neanche auto ma si accede al mercato della coca. E’ un problema gigantesco e la logica proibizionistica favorisce le organizzazioni. Se investite in azioni Apple mille euro, ne avrete 1600 in un anno, questo nei tempi migliori. Ma se investite mille euro in cocaina, dopo un anno diventano centottantaduemila”, ha continuato Saviano. “La ‘ndrangheta ha portato avanti un meccanismo semplice: i sequestri diventano denaro, il denaro diventa coca, la coca diventa betoniera, la betoniera diventa palazzo, il palazzo diventa voti, i voti diventano appalti e via dicendo”. L’autore di “Gomorra” ha puntato l’attenzione anche sulla vita del criminale di ‘ndrangheta. “Vive secondo le regole fissate. Quando c’era da scegliere l’erede del boss “tiradritto” (Peppe Morabito, ndr) non fu scelto il nipote perche’ si metteva in mostra, guidava con il braccio fuori del finestrino, parlava in pubblico ed era andato in giro con i pantaloncini corti, cambiava spesso fidanzata. Divenne inaffidabile in automatico e quando ad un altro nipote, famoso per la sua professione, chiesero della sua famiglia, lui rispose che e’ fiero delle sue origini, ma non prese le distanze dal nonno. Perche’ sa che se non rivendicasse una continuita’ tra se’ e la ‘ndrangheta, pagherebbe la sua famiglia. Risponde per una logica interna e non esterna alla ‘ndrangheta – ha concluso Saviano – e, anche se non e’ colpa sua la sua origine, non dice quello che invece la stampa avrebbe voluto sentirsi dire. E’ la stessa logica di Duisburg: le organizzazioni sapevano che avrebbero innescato un’attenzione gigantesca, ma era piu’ forte il dominare e mandare un messaggio alle sintassi interne dell’organizzazione, tanto da superare le regole mediatiche, che invitavano ad essere prudenti”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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