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I “Messaggeri della conoscenza” all’Università

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I “Messaggeri della conoscenza” all’Università

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ROMA – Arrivano i “Messaggeri della conoscenza”: docenti e ricercatori di universita’ internazionali che, attraverso il progetto omonimo porteranno, nelle universita’ delle regioni meridionali della convergenza (Campania,

Calabria, Puglia e Sicilia), le migliori pratiche della didattica e della ricerca.

Sono 113, provenienti da ogni parte del mondo, in prevalenza da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania. I primi di loro arriveranno gia’ nelle prossime settimane, per proseguire fino all’estate del prossimo anno. Al termine dei corsi, che avranno una durata variabile dalle 20 alle 45 ore, i “messaggeri” offriranno agli studenti migliori la possibilita’ di effettuare uno stage nell’ateneo dal quale provengono. Il progetto e’ stato presentato questa mattina, presso la sede del ministero dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca, dal ministro Francesco Profumo e dal ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Tutti i progetti presentati, 350 in totale, dai quali sono stati selezionati attraverso un concorso i 113 vincitori, sono articolati in tre fasi: un programma di lezioni, la partecipazione di alcuni studenti a stage presso gli atenei o i centri di ricerca di provenienza dei docenti e, al ritorno dagli stage, lo svolgimento da parte dei ragazzi di attivita’ di informazione e “contaminazione” dei loro colleghi, facendoli partecipi delle conoscenze e delle esperienze acquisite. Dei 5 milioni e 300mila euro stanziati dal Miur per l’intero progetto, circa un milione e’ stato garantito per la realizzazione del secondo ciclo del progetto. Una sorta di “messa in sicurezza” di questa iniziativa, come ha spiegato il ministro Profumo. “Vogliamo consentire ai nostri studenti – ha spiegato il ministro – di avere accesso a nuove metodologie, nuove tecniche e nuove conoscenze, sviluppate da centri di eccellenza internazionale. Inoltre – ha aggiunto – obiettivo fondamentale dell’iniziativa e’ di accrescere la qualita’ dell’insegnamento e della ricerca nelle universita’ della Convergenza, dove si formano le classi dirigenti del Mezzogiorno”. Il ministro Barca ha tenuto a sottolineare come “le modalita’ di collaborazione avviate con questo progetto e di messa in rete delle conoscenze consentono di trovare una modalita’ di attrazione dei tanti cervelli che hanno lasciato il nostro Paese e di quelli che non siamo mai riusciti a far venire in Italia. Con questo progetto, non chiediamo a docenti e ricercatori di sradicarsi dalle loro realta’ ma di investire parte del loro tempo e delle loro competenze nel nostro Paese, attraendoli con la ricchezza che possiamo offrire e non con proposte di miracolosi rientri che ormai non funzionano piu'”.

 

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