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Delitto Messinetti: condannati Esposito e Ciancio

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Delitto Messinetti: condannati Esposito e Ciancio

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COSENZA – Due imputati lasciano il processo. Dalla porta secondaria. E’ passato esattamente un anno, quando Francesco Messinetti,

50 anni, parcheggiatore di via degli Stati, venne brutamente aggredito e malmenato, fino ad essere ridotto in coma. Un coma che durò quattro giorni. Poi, a causa di quelle tante, troppe ferite e fratture, subite nel pesteggio, il cuore di Messinetti cessò di battere. Adesso, su quella vicenda arrivano i primi verdetti: l’udienza preliminare svoltasi ieri (giudice Livio Cristofano) ha portato alla condanna di Mario Esposito, 30 anni (4 anni e 9 mesi), e Francesco Ciancio, 42 anni (condannato a 4 anni e 6 mesi): i due avevano richiesto il rito abbreviato, e il gup ha disposto per loro la misura dei domiciliari. L’11 giugno, invece, si terrà l’udienza in Corte d’assise per Maurizio Rango (38 anni) e Ottavio Carolei (78): anche loro avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato condizionato all’escussione del medico legale come consulente di parte nominato dal collegio difensivo, ma il giudice dell’udienza preliminare ha respinto la richiesta. La sera del 30 marzo del 2012 Messinetti fu soccorso dal 118 nella sua abitazione di via Thurii: i familiari parlavano di una caduta in bagno, e il diretto interessato lamentò un forte mal di testa. In ospedale, una Tac rilevò la presenza di un ematoma alla testa. Dopo il decesso del 50enne, la Procura avviò le indagini, che ebbero una svolta dopo la testimonianza di una sorella della vittima: la donna fece il nome di Carolei e ricondusse l’aggressione a uno screzio dovuto a un parcheggio. La morte di Messinetti, in un primo momento, era stata attribuita a cause accidentali, ma la versione non aveva convinto gli investigatori, che erano riusciti a squarciare quello che definirono «il velo di omertà» calato sulla vicenda: il 27 giugno scorso la squadra mobile aveva chiuso il cerchio arrestando Esposito e Ciancio per omicidio preterintenzionale, la stessa accusa contestata a Rango (pregiudicato e presunto affiliato alla “cosca degli zingari” della ‘ndrangheta) e Carolei, già detenuti dopo l’arresto del 16 aprile. A due settimane dagli eventi, i provvedimenti di fermo erano stati emessi dal pm, Antonio Tridico, e dalle indagini era emerso che la lite per il parcheggio sarebbe avvenuta tra Carolei e Messinetti, mentre Rango sarebbe intervenuto successivamente in difesa del primo picchiando a morte il contendente del suo amico.

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