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Saracena: quando l’amore … a(r)ma
COSENZA – Il buio della mente. E’ legato ad un raptus di rabbia, covato interiormente per diverso tempo, il movente dell’omicidio di Maria Carmela D’Aquila,
la pensionata 74enne di Saracena, uccisa dall’ex genero Pasqualino Giannieri, 51enne di Roggiano Gravina, al termine di una lite. L’ennesima. Finita nel peggiore dei modi. Un epilogo violento e tragico che ha gettato nello sconforto la comunità di Saracena, mai scossa da fatti di sangue del genere. Pasqualino Giannieri, dopo aver ucciso, con l’utilizzo di un corpo contundente, l’ex suocvera ed aver ferito Giuseppina Costanzo, 44enne, con cui aveva avuto una relazione, s’è dato alla fuga, facendo perdere, almeno per ora, le sue tracce. Il movente, come dicevamo, è legato ad una deflagrazione emotiva di rabbia e rancora che il 51enne covava, da tempo, nei cofronti dell’ex compagna e del’ex suocera. Giannieri, infatti, almeno per quello che hanno accertato finora gli inquirenti (sul caso indagano i carabinieri della Compagnia di Castrovillari, ndr) non riusciva a rassegnarsi all’idea che la sua leasion con la 44enne fosse finita. E nella sua testa era scattata la molla che a far crollare il suo idillio amoroso, era stata proprio l’anziana, che non gradiva da tempo la presenza di quell’uomo al fianco di sua figlia. Oggi, così come ieri, Saracena è un paese sconvolto, racchiuso nel suo dolore, nel piangere una donna, Maria Carmela D’Aquila, appunto, conosciuta in paese e ben voluta da tutti, per quel suo modo di essere una donna perbene, dedita al lavoro e sempre disponibile con chiunque bussasse alla sua porta. Il resto della cronaca, racconta, forse di una tragedia annunciata, anche per via di quel forte senso di risentimento che il 51enne roggianese, covava da tempo nei confronti delle due donne e di cui quasi tutto il paese era a conoscenza. Sempre in base alle prime indiscrezioni investigative, sulla propbabile esatta ricostruzione della lite, sfociata in disgrazia, è emerso, che il 51enne, verso mezzogiorno di ieri, s’è recato a casa dell’ex, per provare a rimettere in piedi i pezzi sparpagliati di quel puzzle amoroso, andato in frantumi, per incomprensioni e divergenze varie. Una volta in casa, Pasqualino Giannieri, ha trovato ad aspettarlo Maria Carmela D’Aquila, che, comprendendo il motivo di quella visita, gli ha fatto capire che sua figlia non aveva nessuna intenzione di ritornare sui propri passi, confermando la sua intenzione di troncare quel rapporto. Senza se, senza ma e senza ripensamenti. L’anziana vittima, infatti, non vedeva più di buon occhio il 51enne, per sua figlia voleva qualcun’altro, una persona affidabile, con un lavoro stabile e con la testa libera e sgombra da pensieri “strani”. Deve avergli ripetuto lo stesso ritornello anche ieri. Ma ieri, purtroppo, il 51enne non ha avuto voglia di ascoltare quel rosario di “parole” e ha preso un pezzo di legno, poggiato vicino alla stufa, sventolandolo minacciosamente contro l’anziana, fino a colpirla. Alla testa. Un colpo, forse due. L’anziana barcolla. Pochi secondi dopo è stesa al suolo, priva di conoscenza. Giuseppina urla, urtla a squarciagola. Le sue urla, unite alle richieste d’aito, sono così forti che, come un diapason, corrono veloci tra le strade del borgo. Giuseppina, corre verso la madre. La donna è a terra, immobile, ferma, con gli occhi sbarrati. L’ex compagna di Giannieri, si scaglia contro di lui, per picchiarlo e diarmarlo. Ma anche lei viene colpita. Anche lei in testa. Il colpo, per sua fortuna, questa volta non è forte, l’energia con cui Giannieri esplode il colpo, è rallentata dalla stessa 44enne che, devia e para il colpo, finendo per essere colpito al capo. Per lei solo un gran mal di testa e una leggera commozione celebrale. Pasqualino Giannieri lascia in fretta l’abitazione, portandosi dietro lo “strumento di morte”. Il pezzo di legno, verrà recuperato dopo dai carabinieri, a poca diostanza dall’epicentro della scena di violenza. Scattano le ricerche, i carabinieri setacciano la zona e attivano posto di blocche sia lungo le strade interne fi Saracena che lungo le arterie stradali che collegano la città del Moscato con altre posti limitrofi. Dell’assassino ancora nessuna traccia. Ma i carabinieri sono convinti che la sua catura è solo questione di tempo, se non di ore. Saracena è incredula. La caccia continua.
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