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Sedicenne morto nel cosentino, la criminologa: ”Dinamica dell’accaduto poco chiara”

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Sedicenne morto nel cosentino, la criminologa: ”Dinamica dell’accaduto poco chiara”

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Chiara Penna muove dubbi sul fatto che nessuno abbia visto o udito nulla di anomalo quella notte.

 

COSENZA – “Quando ci si trova di fronte alla morte di soggetti così giovani, dalla vita apparentemente normale e slegata da contesti devianti o criminali, – scrive in una nota la criminologa cosentina Chiara Penna – sarebbe meglio essere molto cauti nell’avanzare qualsiasi tipo di ipotesi in relazione all’accaduto, soprattutto a distanza di così poche ore dal fatto. Per tale ragione affermare che il ragazzo sia precipitato accidentalmente mentre cercava di salire sul balcone di una palazzina lontana dal luogo di residenza e dove pare non abitasse nessuno dei suoi amici, non credo possa bastare a dare una spiegazione alla sua morte. Ovviamente le mie sono considerazioni mosse solo ed esclusivamente sulla base di affermazioni apparse sugli organi di stampa, che sono probabilmente parziali rispetto a quelle contenute negli atti, ma non ritengo che la dinamica sia così chiara, anche perché se così fosse pare oltremodo insolito che nessuno abbia visto o sentito nulla – un tonfo, un urlo dovuto alla caduta accidentale – fino alle 8 del mattino, quando pare sia stato rinvenuto il corpo.

 

Non bisogna dimenticare che stiamo parlando di un piccolissimo centro abitato e di abitazioni vicinissime le une alle altre. Purtroppo mi vengono automaticamente in mente le storie degli studenti Domenico Maurantonio (19 anni) ed Elia Barbetti (17 anni) precipitati entrambi dall’hotel durante la gita scolastica e dunque della bravata finita male, ipotesi da escludere solo di fronte alle certezza che il ragazzo si trovasse effettivamente da solo. In ogni caso per comprendere la reale dinamica dell’accaduto sarebbe meglio aspettare gli esiti dell’esame autoptico che daranno risposta, si spera, ai quesiti già certamente posti dagli inquirenti al medico legale in ordine alla causa della morte, che allo stato – non bisogna dimenticare – è determinata solo sulla base di una prima ricognizione cadaverica esterna e dalla attività di sopralluogo, durante le quali si sarà certamente valutata la presenza di eventuali impronte lasciate dal ragazzo sullo stabile al fine di valutare anche la traiettoria seguita nella caduta. Non di rado capita, infatti, che le conclusioni cui giungono i consulenti all’esito di una accurata analisi possano discostarsi completamente da quanto ricostruito in prima battuta”.

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