Area Urbana
Precari assunti in campagna elettorale: mai retribuiti, reclamano un anno di stipendi
 
																								
												
												
											Da quando lavorano all’Asp di Cosenza non avrebbero percepito neanche un centesimo di retribuzione.
COSENZA – I precari dell’Asp di Cosenza contrattualizzati circa quindici giorni prima delle elezioni regionali chiedono, ad un anno di distanza, di essere retribuiti. La mancata corresponsione degli stipendi sarebbe da attribuire al fatto che in Regione non vi sia alcun documento che preveda la loro retribuzione. Neanche l’ufficio risorse umane dell’Asp di Cosenza avrebbe ricevuto la notizia dell’incremento dell’organico con nuove unità. All’indomani della loro assunzione da più parti si erano levate voci di dissenso. Con una lettera indirizzata al governatore Oliverio, al ministro della Salute Lorenzin, al premier Renzi e al presidente della Repubblica i consiglieri di San Marco Argentano esponenti del gruppo Progetto Comune avevano finanche denunciato che il fato che “le assunzioni avevano riguardato figli, nipoti, parentele dirette e indirette, nonché note entourage di politici locali, lascia in piedi naturalissimi e legittimi sospetti”. Dopo un anno di lavoro non retribuito i precari hanno deciso di far sentire la propria voce rivendicando il diritto al salario.
“Noi lavoratori – scrivono in una nota – utilizzati presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza in base alla legge Regionale n° 12/2014 non siamo più disposti ad assistere ad uno scarica barile di responsabilità tra l’Ente e la Regione Calabria che potrebbe compromettere il nostro futuro. Noi non abbiamo rubato niente a nessuno nè tantomeno veniamo utilizzati su una nostra arbitraria iniziativa. Stiamo dando un contributo determinante all’ASP di Cosenza scarsa di personale e deficitaria nei servizi fino ad un anno fa. Nè tantomeno accettiamo lezioni di moralità da qualche organizzazione sindacale che per tutelare una fetta minima di lavoratori ha condiviso uno sperpero di denaro pubblico per un appalto di gestione dei servizi che è oggetto di un esposto da parte di altri sindacati. Se la politica e le istituzioni regionali pensano di decidere quale sarà il nostro futuro commettono un errore madornale perchè non è nostra intenzione assistere inermi ad un’incresciosa situazione che si sta delineando per negligenze a noi estranee.
 
Ci meraviglia – affermano i lavoratori – il fatto che a distanza di dodici mesi, dopo una campagna mediatica senza precedenti nei confronti di disoccupati che alla Regione Calabria nessuno sapesse nulla del nostro lavoro quando addirittura qualcuno ha sollecitato l’avvio di un’indagine della magistratura per accertare eventuali irregolarità. Se questa è politica che ci rappresenta non ci sarà fuuro nè per noi nè per i tanti disoccupati calabresi. Noi non ci arrendiamo, lotteremo per difendere questa opportunità dataci da una legge Regionale che poneva fine ad una vicenda iniziata nel 2010 in occasione del nostro primo avviamento al lavoro. Ci appelliamo al governatore Oliverio affinché eviti di far ricadere su di noi responsabilità esclusivamente politiche e burocratiche affinchè metta in atto tutte quelle condizioni necessarie al superamento definitivo di una vicenda che si sta trascinando da troppi anni. Confermiamo ai sindacati la disponibilità a qualsiasi forma di protesta per non far passare l’idea da molti (tra cui anche politici) in questo anno dichiarata di essere un gruppetto di raccomandati che sta lì a titolo di favore anzi che di essere lavoratori precari che senza diritti, ma al solo scopo di costruirsi un futuro migliore stanno dando un contributo decisivo al miglioramento dei servizi resi alla comunità”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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