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Orlandino Greco risponde all’antimafia sulle elezioni vinte con l’appoggio dei clan
Secondo gli inquirenti l’ex sindaco di Castrolibero sarebbe stato eletto grazie all’intermediazione del defunto boss Michele Bruni.
CASTROLIBERO – Due tornate elettorali vincenti. Orlandino Greco siede sulla poltrona più alta della Giunta comunale di Castrolibero per ben due volte, nel 2003 e nel 2008. Le sue campagne elettorali sono un vero tripudio per l’aitante ingegnere. Poi il grande salto: l’esordio in Regione, in veste di consigliere regionale eletto tra le liste del presidente di Oliverio. Finiti i festeggiamenti, quattro giorni fa sono stati notificati gli avvisi di garanzia all’ex sindaco e al suo ex uomo di fiducia, colui che all’epoca dei fatti contestati ricopriva il ruolo di vicesindaco, Aldo Figliuzzi attuale consigliere della Provincia di Cosenza vicino alla famiglia Gentile. Quest’ultimo martedì è stato interrogato dalla Dda di Catanzaro per circa due ore, Greco invece non si è presentato all’interrogatorio. Solo oggi ha inteso rendere le proprie dichiarazioni davanti al pm Pierpaolo Bruni alla presenza dei suoi due legali, l’avvocato Francesco Sammarco e Marco Amantea, rispondendo per due ore ad ogni domanda in merito alle vicende che lo vedrebbero coinvolto in un presunto ciclo vizioso fatto di posti di lavoro barattati in cambio di voti. A far sì che fosse aperto un fascicolo con protagonisti i due politici cosentini sono state le dichiarazioni di tre pentiti: Ernesto Foggetti, Marco Massaro e Roberto Calabrese Violetta.
I collaboratori di giustizia avrebbero testimoniato raccontando che Figliuzzi, per conto di Orlandino Greco, avrebbe trattato con Michele Bruni, il defunto boss del clan Bella – Bella, per raccogliere i voti necessari a garantirgli la carica a sindaco di Castrolibero per circa un decennio. Dieci anni in cui, secondo gli inquirenti, il primo cittadino si sarebbe premurato di creare una cooperativa dedicata alle assunzioni dei sodali del clan Bruni. Oltre ad assumere nella società Ernesto Foggetti, Vincenzo Foggetti, Marco Foggetti, Marco Massaro e Mario Esposito avrebbe inoltre ‘donato’ a Michele Bruni 20mila euro. Un regalo post-elettorale, per gli inquirenti. Cosa fosse per Orlandino invece non è dato sapere, almeno per ora. Intanto i parlamentari grillini chiedono le dimissioni dalla carica di consigliere regionale, mentre riaffiorano alla memoria le schede elettorali già vidimate delle ultime amministrative del Comune di Castrolibero del 2013 in cui vinse Giovanni Greco, ritrovate in casa dei fratelli Lo Po dalla Guardia di Finanza. I due arrestati insieme ai fratelli Trovato risultavano essere titolari della Sogefil nell’operazione che svelò come alcuni Comuni tra cui anche Castrolibero aveva affida loro l’appalto per la riscossione dei tributi in cambio dell’assunzione di personale nella società. Le tasse versate dai cittadini però non vennero versate nelle casse comunali, bensì furono utilizzati per pagare viaggi e trattamenti estetici per le famiglie Lo Po e Trovato. Su tali evidenze però pare che Orlandino Greco non abbia voluto esprimersi attenendosi esclusivamente alle domande postegli dal pm dell’antimafia.
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