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(VIDEO) Operazione “Hunters”, arrestate 16 persone per traffico di droga collegate alla ‘ndrangheta
 
																								
												
												
											Maxi blitz a Torino contro il traffico di droga e usura. Tra i beni sequestrati anche sei cavalli da corsa. Tra questi Orilio, figlio del noto Varenne, cavallo campione di trotto
TORINO – La Polizia di Stato di Torino, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo (SCO), ha concluso oggi l’operazione denominata “Hunters”. Sulla base delle risultanze raccolte sono state arrestate 16 persone, a cui sono stati contestati plurimi episodi di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marjuana. Tra gli indagati (non destinatario di misura cautelare) c’è anche un noto esponente della ‘ndrangheta di Moncalieri. Oltre alle misure cautelari personali, è stato eseguito anche il sequestro preventivo di vari beni e di 6 cavalli da corsa. I cavalli da corsa erano riconducibili ad uno degli arrestati, fittiziamente intestati alla moglie.
 
Tra gli animali sequestrati c’è “Orilio”, figlio del noto “Varenne”. L’attività investigativa ha consentito di rivelare che gli arrestati si rifornivano di sostanza stupefacente dai principali trafficanti calabresi trapiantati nel nord Italia ed in Spagna. Tra i vari capi d’imputazione vi è anche quello di usura ai danni di un tabaccaio di Nichelino, al quale, a seguito di un prestito di denaro, aveva applicato tassi di interesse superiori al 100% annuo. Con l’illecito guadagno, inoltre, gli arrestati provvedevano al mantenimento di alcuni ‘ndranghetisti detenuti a seguito delle recenti operazioni denominate “Crimine” e “Minotauro”.
 
“Non erano semplici spacciatori, ma avevano dei contatti diretti con esponenti della ‘ndrangheta coinvolti nell’operazione Minotauro”. Con queste parole il Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Torino Marco Martino ha commentato l’operazione “Hunters” che ha portato alla emissione di 17 misure cautelari e al sequestro preventivo di beni immobili e mobili per un valore stimato attorno ai 4.5 milioni di euro. “L’attività investigativa ha consentito di rivelare che i fratelli Giuseppe e Davide Prochilo si rifornivano di sostanza stupefacente dai principali trafficanti calabresi trapiantati nel nord Italia ed in Spagna grazie all’intercessione di Rocco Schirripa.Allo stesso Schirripa già condannato nell’ambito del processo Minotauro che i due fratelli versavano una quota destinata ai carcerati della ‘ndrangheta. “Questa indagine non punta ad arresti finalizzati a far scontare anni di galera – ha concluso Martino – ma vuole far sì che i provvedimenti di sequestro possano passare il valico del Tribunale di Prevenzione diventando confische definitive. Solo così i beni potranno tornare nelle mani della collettività“.
AUDIO: MARCO MARTINO DIRIGENTE SQUADRA MOBILE TORINO
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VIDEO: OPERAZIONE HUNTERS
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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