I castelli di spazzatura

COSENZA– I Maya avevano predetto la Fine del Mondo, qualcosa simile al nuovo Big Bang, esplosione nucleare, invasione degli alieni.

Ma, a nostro malgrado, l’unica invasione che possiamo notare, subire e visionare e’ l’invasione della spazzatura.

Montagne colorate si nascondono tra le vie della città, ricreando una decorazione di certo nostrana. Tante le lamentele, troppe le parole e, come ben sanno i calabresi, poche sono le promesse che diventano realtà. Forse, essendo scampati alla profezia dei Maya, vogliono farci morire annegati nei rifiuti, sperando che tutto sia indolore. Ma come può esserlo? Come può essere indolore un paesaggio ricco di bellezze, colori, vivacità e splendore, deturpato da così tanta superficialità? 

E dove sta l’impegno, il rigore, l’organizzazione e il lavoro che permettono alla Calabria di essere una Regione pulita?

Forse, tutte queste belle caratteristiche si sono nascoste sotto le montagne di indifferenza, caratterizzate dal buon odore dell’incoerenza. La Calabria è stanca di essere dimenticata, stanca di subire, stanca di lottare. Un territorio come il nostro, una bellezza che viene elogiata, amata e invidiata, rischia di essere completamente rovinata dalla non curanza dell’uomo che, per riuscire a tenersi stretta una poltrona, racconta favole.

O, probabilmente, dobbiamo smettere di consumare alimenti per non creare spazzatura? Attrezzarci di paletta e secchiello per farci dei bellissimi castelli?

Sdegno. E’ questa la dichiarazione dei calabresi, uno sdegno tale da rinunciare alla terra madre, una terra che offre delle ottime risorse e delle splendide possibilità.

La Calabria merita di avere il profumo del Sud, l’odore della spensieratezza, della giovinezza, della tradizione e non il cattivo odore di montagne di rifiuti abbandonate in un angolo di periferia.