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Petrolio, referendum contro le trivellazioni in mare autorizzate dallo ‘Sblocca Italia’
Tutti d’accordo per il ‘no’ alle trivellazioni in Adriatico e Ionio.
BARI – L’Aula di Palazzo Moffa, sede del Consiglio regionale del Molise, ha condiviso le preoccupazioni dei Governatori delle sei Regioni del centro sud che alla ‘Fiera del Levante’ a Bari hanno stretto un patto per chiedere, attraverso un referendum, l’abrogazione di alcune norme in materia previste nel decreto ‘Sblocca Italia’. Proprio dal Molise, con quella che è stata definita la ‘Carta di Termoli’, è iniziato il percorso contro le trivellazioni. Oggi la Regione Molise ha espresso voto favorevole alla richiesta referendaria con l’obiettivo di ”fermare un crimine”. Via libera all’unanimità quindi dal Consiglio regionale del Molise alla richiesta di referendum per la dichiarazione di incostituzionalità di alcune norme contenute nello ‘Sblocca Italia’ che autorizzano le trivellazioni in Adriatico e Ionio. Il voto arriva dopo il Consiglio regionale della Basilicata, che per primo ha deliberato il 19 settembre. Oggi oltre al Molise attese le decisioni delle Assemblee di Marche, Puglia, Sardegna e Umbria; il 23 la Sicilia, il 24 Abruzzo e Campania, il 25 Veneto e Calabria.
Anche la Regione Puglia infatti ha portato in Consiglio regionale le deliberazioni per attivare la richiesta di referendum abrogativi relativi ad alcune parti del decreto Sblocca Italia, che aprono alla ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare. In contemporanea con i lavori dell’Assemblea legislativa pugliese hanno manifestato fuori dalla sede del Consiglio associazioni aderenti al movimento No Triv. Il Consiglio regionale della Puglia al termine dell’assise ha approvato all’unanimità le delibere con i quesiti referendari per attivare la richiesta di referendum. “È un no alle trivelle, ma è soprattutto – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo – una battaglia per difendere Adriatico e Ionio, le coste, l’economia turistica e marinara. Non è una sfida al governo, ma un appello a collaborare.
Un altro ‘No’ alle trivelle arriva dall’Assemblea legislativa delle Marche che ha approvato con un’ampia maggioranza le proposte di deliberazione per i referendum abrogativi sulle parti normative dei decreti Sblocca Italia e Sviluppo che consentono attività di ricerca, prospezione e coltivazione degli idrocarburi. ”E’ necessario conciliare lo sviluppo sostenibile con il rispetto per l’ambiente, difendendo turismo, occupazione e qualità della vita” ha detto il presidente dell’Assemblea Antonio Mastrovincenzo. Il Titolo V della Costituzione, ha continuato, ”considera la materia energetica concorrente tra Stato e Regioni, che non possono, quindi, essere esautorate da scelte strategiche di così grande importanza. Va riaffermato il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, che rappresentano l’anello più importante di collegamento tra il centro e i territori e quindi i cittadini”. ”Una regione con vocazione turistica non poteva non porsi con forza il problema delle trivellazioni” ha osservato l’assessore all’Ambiente Angelo Sciapichetti.
Sono complessivamente sei i quesiti che toccano principalmente i temi delle nuove trivellazioni, le tempistiche rispetto al rilascio delle autorizzazioni (i referendum toccherebbero soltanto i procedimenti in atto), l’uniformità delle procedure per le concessioni in mare e sulla terraferma, quelli più generali delle scelte in fatto di energia e ambiente in capo alle Regioni e enti locali. Il parere definitivo di legittimità spetta successivamente alla Corte Costituzionale. I quesiti referendari dovranno infatti essere depositati all’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione da almeno cinque Regioni entro il 30 settembre prossimo in base a quanto disposto dalla legge che disciplina le modalità attuative dei referendum previsti dalla Costituzione.
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