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Sanità privata: la lista nera delle cliniche morose

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Sanità privata: la lista nera delle cliniche morose

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COSENZA – “Notti in bianco, siamo al verde e abbiamo i conti in rosso”. I dipendenti delle strutture private sanitarie cosentine sventolano il

tricolore della contestazione e del disagio. Anche l’anno appena iniziato si trascina dietro dai suoi “predecessori” un’eredità pesante: gli stipendi negati o, in alcuni casi sporadici, pagati con il contagocce e a singhiozzo. Ormai non ce la fanno più e le loro proteste di piazza, così come i sit in nelle strutture e le riunioni fiume non fanno più notizia. Ogni giorno che passa, purtroppo per loro, la situazione diventa sempre più critica. In tanti, ormai non posseggono più la luce e il telefono, e a breve non avranno più nemmeno una casa, perchè verranno sfrattati per morosità. E’ questa la triste radiografia che esce dai raggi X a cui è stata sottoposta la sanità privata. La relazione sul referto medico, allarmante e che rischia di diventare una malattia incurabile porta la firma dei vertici dei sindacati del comparto sanità. Nonostante l’attivazione, da parte delle sigle sindacali, di assistenza legale ai loro iscritti, con la presentazione di atti ingiuntivi e decreti accertati per il recupero delle somme dovute, poco o nulla è cambiato. Anzi. Ogni giorno la situazione peggiora e ogni ora una nuova clinica rischia l’encefalogramma piatto. I sindacati del comparto, su tutti la Fp-Cgil, ha messo nero su bianco lo stato di criticità in cui vivono i dipendenti, presentando una relazione al prefetto Raffaele Cannizzaro. L’elenco si apre con la clinica la Madonnina: qui i dipendenti hanno riscosso la mensilità di novembre, ma mancano all’appello settembre, ottobre, dicembre, la tredicesima e quattro stipendi del 2011. Variano da sette a dieci mesi di ritardo i pagamenti per i dipendenti di Villa Santo Stefano, Villa Silvia e Villa Torano. Finora ai dipendenti della tre strutture sono stati riconosciuti solo degli acconti che dicono gli stessi dipendenti “un’ora dopo averli presi sono finiti, divorati dalle tasse”. Alla Madonna della Catena, gli arretrati hanno toccato quota undici. Alla “Quiete” non sono entrati gli stipendi di settembre, ottobre, novembre, dicembre e la tredicesima. Non se la passano meglio nemmeno i dipendenti della Misasi-San Bartolo che non hanno visto gli stipendi di ottobre, novembre, dicembre e la tredicesima, ma non hanno percepito nemmeno le mensilità di novembre e dicembre del 2011, nonchè gli arretrati contrattuali del 2010. Per i dipendenti di “Villa degli Oleandri” gli stipendi non corrisposti sono saliti a cinque: nel grafico si vede la casella vuota da agosto a dicembre. L’allarme, non perchè gli altri casi non siano da bollino rosso, riguarda i lavoratori di Villa Verde che devono ricevere lo stipendio del dicembre del 2011, la tredicesima, sempre per lo stesso anno, nonchè le mensilità di febbraio, marzo, aprile, giugno, luglio, novembre, dicembre e per finire la tredicesima del 2012. In provincia, la situazione più disastrosa è quella della “Cav. Rizzo” di Campana, dove – dicono i dipendenti – non basterebbero risme e risme di fogli per raccontare da quanto tempo non percepiamo lo stipendio. E la politica che fa? Ah, che domanda inutile che ho fatto. Per la politica, va tutto bene.

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