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Alluvione Rossano: i geologi puntano il dito sui rischi ancora esistenti, centinaia di persone in processione

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Alluvione Rossano: i geologi puntano il dito sui rischi ancora esistenti, centinaia di persone in processione

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I professionisti denunciano il silenzio sulla messa in sicurezza del territorio, mentre la città riceve la benedizione papale.

 

ROSSANO (CS) – Il presidente dell’Ordine Regionale dei Geologi, Francesco Fragale fa notare che “a quasi due settimane dagli eventi alluvionali che hanno colpito l’alto Jonio cosentino, il dibattito pubblico sul tema è solidamente concentrato sulla conta dei danni, e sulla quantità di denaro necessario per rimettere in sesto le zone colpite. Con estrema velocità è stato deliberato lo stato di emergenza per la zona ionica cosentina eppure, ad oggi, di prevenzione e messa in sicurezza del territorio si è smesso di parlare. E solo qualche annuncio sembra rompere l’imbarazzante silenzio calato su questo argomento. Gli eventi alluvionali che tra la fine di luglio e la prima metà di agosto hanno interessato ampie aree della Calabria, prima Soverato e Caminia, alcune zone delle Reggino e in maniera più violenta l’alto ionio Cosentino (Corigliano – Schiavonea – Rossano), rappresentano l’ennesima riprova della fragilità del territorio regionale, notoriamente esposto al rischio idrogeologico”.

 

“Da questo punto di vista – sostiene Fragale – non si può più perdere tempo: bisogna investire nella prevenzione in una regione in cui nessuno dei 409 comuni rimane al di fuori del problema. Non è più plausibile rimanere impreparati dinanzi al verificarsi di tali fenomeni. Come Ordine dei Geologi non ci stancheremo mai di dire che la pianificazione organica e la manutenzione accurata del territorio rappresentano la strategia di base per contrastare le criticità idrogeologiche, come non si può prescindere dalla sensibilizzazione della collettività rispetto ai rischi territoriali e alle procedure di protezione civile. Ricordiamoci che l’educazione ai rischi rappresenta il primo passo verso la prevenzione. Una politica seria dovrebbe inserire questi punti tra le priorità massime su cui operare rapidamente con costanza e lungimiranza. Ciò nonostante, negli ultimi anni, ritardi, negligenze e mancanza di una seria programmazione, hanno reso la Calabria un ‘colabrodo malconcio’ che espone a rischio l’incolumità dei suoi stessi abitanti e, peraltro, rallenta anche le economie locali, già di per sé povere. Su questo fronte, i numerosi appelli di sollecito dell’Ordine dei Geologi sono rimasti inascoltati”.

 

Intanto alcune centinaia di persone hanno accompagnato ieri sera il Simulacro della Madonna Achiropita in processione per le vie di Rossano colpite e devastate dall’alluvione del 12 agosto scorso. Tanta la commozione tra i fedeli per il fatto che, per la prima volta, nella storia, la statua della Patrona della città ha lasciato il centro storico per percorrere il lungomare. E lo ha fatto dopo che la tradizionale processione del 15 agosto quest’anno non si è potuta tenere proprio a causa del nubifragio abbattutosi tre giorni prima. In tanti hanno inteso ringraziare con le loro preghiere l’Achiropita dopo che l’evento meteorologico pur devastante non ha provocato vittime. Il corteo con la Madonna portata in spalla si è diretto nella piazza antistante la chiesa di “Maria Stella del Mare” dove è stata celebrata la Santa Messa presieduta dal cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo e dall’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano.

 

“Dopo i tremendi momenti dell’alluvione e le concitate giornate a seguire – ha detto monsignor Satriano – ricche della solidarietà di tanti, è giunto per tutti noi il momento di ripartire con rinnovata fiducia e rendendo grazie al Signore Dio Onnipotente e alla Santissima Vergine Achiropita per la vita preservata dalla furia delle acque“. Il cardinale De Giorgi è stato incaricato da Papa Francesco di portare alla città la benedizione Papale valida come indulgenza plenaria. “Il Signore ci ha donato l’Achiropita – ha detto De Giorgi nell’omelia – come segno di protezione nelle avverse vicende umane e questo segno si manifesta qui stasera come consolazione e speranza. Che non ci siano stati né morti né feriti è indubbiamente un segno che la sua protezione non si è fermata nel tempo, ma raggiunge anche l’oggi della vostra storia”.

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