Calabria
Giovane travolto dalla furia di un torrente, il padre «ha rischiato di annegare»
Attimi di paura e angoscia per un papà, il cui figlio studia all’Università di Catanzaro. La sua auto era stata trovata ma i sommozzatori non trovavano lui
CASTELVETRANO (TP) – Un padre preoccupato per il figlio e l’ondata di maltempo che si è abbattuta in Calabria. Sono i protagonisti di una vicenda per fortuna terminata con un lieto fine, iniziata con una telefonata dei carabinieri. Attimi di paura, il pensiero al peggio e poi la voce del figlio: “papà sto bene”. A raccontare la storia è Antonello Basone, medico rianimatore di Castelvetrano. Il figlio Fabio studia all’Università di Catanzaro per la specializzazione in Ortopedia. I fatti risalgono alle scorse ore, quando la Calabria, è stata duramente investita da un’ondata di maltempo.
“Ieri mattina, intorno alle 4,20, ho ricevuto una telefonata dai carabinieri di Soverato – spiega papà Antonello – che mi informavano che i sommozzatori avevano trovato la macchina di mio figlio ma non trovavano lui”. Per Basone e la sua famiglia sono stati momenti di apprensione e terrore”. “Dopo i primi attimi di sgomento ho provato a chiamare mio figlio al telefono e mi ha risposto – racconta il medico. – Sentire la sua voce mi ha provocato una sensazione di felicità, di cui non saprei definire l’entità, imparagonabile a nessuna delle sensazioni più piacevoli che ho provato nella mia vita”.
Una brutta avventura che ha avuto un lieto fine
Il giovane a bordo della sua auto insieme al suo collega Giuseppe Corsaro, mentre percorreva la strada di ritorno verso casa, quando è stato travolto da un torrente in piena. Un tratto di strada è prossimo al letto di un torrente. “Era l’una di notte quando è successo tutto – racconta Antonello Basone. – Sono usciti dalla macchina e mio figlio stava annegando, ma il suo collega ha trovato appiglio in un canneto ed è riuscito a prendergli la mano, riuscendo a metterlo in salvo”. Il medico rianimatore ha chiesto compagnia ad un amico infermiere e si sono messi in macchina per raggiungere Catanzaro. Poche ore dopo quel viaggio da Castelvetrano, l’abbraccio emozionante con il figlio Fabio. “È stata la festa più grande della mia vita, grazie al suo angelo custode che lo ha protetto”, ha detto il medico.
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