Area Urbana
Re Alarico, il comitato scientifico inizia il suo lavoro per rendere il mito più reale
 
																								
												
												
											Mario Occhiuto, in qualità di sindaco di Cosenza, fin dall’inizio del suo mandato è stato sempre impegnato con grande determinazione nella valorizzazione delle vicende culturali legate ad Alarico, alla sua sepoltura ed al tesoro hanno da sempre reso Cosenza, una città magica e nota internazionalmente.
COSENZA – Oggi un nuovo Comitato scientifico inizia il suo lavoro di ricerca per rendere il mito più reale. Già altri, fuori dal contesto urbano, si sono occupati del re dei visigoti a Cosenza, e potrebbero dare il loro contributo. Il prof. Eugenio La Rocca, già soprintendente capitolino, tra i massimi esperti di oreficeria e argenteria romana in particolare del V sec., in occasione dell’inaugurazione della mostra “Da Picasso a Warhol”al complesso Sant’Agostino, si era confrontato con Carlo Bilotti su un progetto di ricerca, da lui finanziato, con una ditta americana specializzata. Il Tenente Colonnello della Guardia di Finanza – Nucleo Tutela Patrimonio Archeologico di – Roma Dott. Massimo Rossi aveva diretto l’indagine tra Carolei e Mendicino in località Alimena basata sull’ipotesi di sepoltura non sotto il letto del “Busento” ma sotto la sua sabbia trasportata in questa località. L’indagine aveva comportato oltre ad esami chimici comparativi l’approfondimento di altri elementi e l’interpello di esperti.
Il corredo funerario secondo la tradizione sarebbe stato costituito con parte dei proventi dal Sacco di Roma. Scientificamente però è più plausibile, per l’uso consolidato in quell’epoca, che il corredo funebre di Alarico sia stato costituito con oggetti della propria cultura, in quanto essi costituivano una proiezione della vita terrena nell’aldilà, proprio attraverso gli oggetti di uso quotidiano. Le fibule reggimantello costituivano un tipico elemento funzionale ma anche di grande attenzione manifatturiera che esprimeva l’elevata cultura e la raffinatezza di questo popolo nella cesellatura, utilizzo di smalti e pietre. Al fine di documentare questa vicenda storica con testimonianze materiali Enzo Bilotti aveva acquistato all’asta da “Gorny e Mosh” a Monaco di Baviera alcune preziose e rare fibule visigote tra le quali una forma di aquila stilizzata e graffita del V secolo. Più di recente, da Pandolfini a Firenze nella dispersione di una storica raccolta veneziana di reperti altomedievali è stata acquistato un altro insieme di fibule visigote degli anni di Alarico. Essendo i repertori noti limitati con molta probabilità questi oggetti sono simili a quelli utilizzati nella sepoltura di Alarico.
La raccolta da Natale scorso esposta a San Domenico, in un angolo dell’ufficio d’informazione. Una collocazione in un luogo più adeguato e fruibile ed in maggiore sicurezza potrebbe, con un appropriato supporto didattico, essere la prima di una serie di iniziative scientifiche per rendere più tangibile il rapporto tra Alarico e Cosenza.
Roberto Bilotti
 
 
  
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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