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Frana Casamicciola, Legambiente lancia l’allarme per la Calabria «intervenire subito»

Calabria

Frana Casamicciola, Legambiente lancia l’allarme per la Calabria «intervenire subito»

Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, interviene con un appello alle istituzioni: «la nostra Regione ha un elevato scenario di pericolosità»

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COSENZA  – “Appare evidente che in Calabria occorre intervenire celermente per mettere in sicurezza le persone, i territori, le attività commerciali e industriali, le scuole, gli ospedali, le infrastrutture. Le scelte che verranno fatte ora a livello istituzionale decideranno il nostro futuro.” Lo afferma, in una nota, Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. “La nostra è tra le regioni – aggiunge Parretta – in cui gli effetti della crisi climatica stanno diventando sempre più accentuati e si stanno susseguendo, con sempre maggiore frequenza, allerte meteorologiche arancioni o rosse e problematiche sul territorio”.

“Come emerge dal dossier di Legambiente ‘Città Clima’ 2022 – è detto in un comunicato – dal 2010 ad oggi la Calabria è stata colpita da 82 eventi climatici estremi. Un dato che è cresciuto in maniera esponenziale nell’ultimo biennio, con piogge intense che hanno portato ad allagamenti e danni alle infrastrutture, trombe d’aria ed esondazioni, ma anche a periodi di siccità prolungata. Temperature elevate e condizioni aride si alternano, anche sul territorio calabrese, a precipitazioni eccezionali che provocano alluvioni e frane, con gravi ricadute sulle popolazioni ed impatti enormi anche sul settore agricolo.

Bisogna abbandonare – dice ancora Parretta – la logica dei condoni edilizi e l’ottica dell’emergenza, che non risolve i problemi e prosciuga le risorse, ed agire nella direzione della prevenzione, del controllo e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. In caso contrario, si continueranno a verificare conseguenze drammatiche in termini di costi, di riorganizzazione dei territori colpiti e soprattutto di vite umane. In Calabria il 17,1% del territorio regionale è in uno scenario di pericolosità elevata per le alluvioni. La nostra è una delle regioni con il più alto tasso di reati nel ciclo del cemento. Eppure, dal 2004 al 2020, come risulta dall’ultimo report della nostra associazione, è stato eseguito solo l’11,2 % delle 192 ordinanze di demolizione emesse. Da sottolineare anche l’assenza di trasparenza delle pubbliche amministrazioni: solo 15 su 404, infatti, sono stati i Comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente, con il record raggiunto dagli enti ricadenti nella provincia di Crotone, che non hanno trasmesso alcun dato”.

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