Area Urbana
Rossano, Antoniotti accusa: “nessuno ha mai messo mano agli argini dei torrenti”. Confronto Antoniotti-Occhiuto-Oliverio
Si è trattato di un difetto di interpretazione: “la notizia dei soli 4 milioni di euro di danni stimati per la città di Rossano dopo l’alluvione del 12 agosto scorso, non è proprio veritiera”.
COSENZA – A spiegarlo ai microfoni di RLB Radioattiva, il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti: “Questi 4 milioni di euro sono relativi alle somme urgenze, ovvero al fine di adoperarci nell’immediato e lenire le sofferenze e le problematiche della gente che sta vivendo situazioni difficilissime. Per porter ricostruire il tutto e risanare il territorio ci vorranno più di 10 milioni di euro. Corigliano ha stimato 200mila euro di somme urgenze e 10 milioni in totale gli interventi generali. Noi abbiamo speso di più come somme urgenze, almeno 3 milioni e mezzo, per cercare di ripristinare nell’immediato quello che è andato distrutto dall’alluvione. Al momento stiamo conteggiando con i tecnici i danni complessivi e abbiamo superato di gran lunga i 10 milioni di euro e quello che stiamo spendendo ora, serve per ripristinare le strade con interventi tampone“.
Il sindaco di Rossano è visibilmente arrabbiato e costernato per la drammaticità in cui versa la città da lui amministrata e la popolazione, consapevole dell’evento atmosferico straordinario: “E’ un fenomeno climatico che non ha precedenti: 170 millimetri di acqua da una parte del territorio rossanese, in altri punti si è arrivati a superare oltre 200. Sono precipitazioni e quantità che non cadono neanche in sei mesi. Per ciò che riguarda le infrastrutture comunali, tutto ha funzionato bene; quello che non ha funzionato sono i torrenti“.
Per fare un esempio, il sindaco cita il torrente Citrea: “aveva gli argini poco solidi e in una curva addirittura c’era un argine realizzato 70 anni addietro con un muretto di 30 centimetri, usurato e mai manutentato. Bè ovviamente questo argine non ha tenuto e l’acqua e il fango sono finiti dritti nelle case della gente. Io lo dico da anni agli enti sovracomunali che i torrenti hanno bisogno di manutenzione sugli argini, di pulizia, di togliere il terriccio che scende da monte e i sindaci in questo, non hanno nessun potere“.
“Quando ho cercato di prodigarmi – sottolinea ancora Antoniotti – contattando la Regione Calabria e la Provincia di Cosenza, per tentare di ‘sostituirmi’ e di fare io, da amministratore, questi interventi, con i mezzi per poter fare delle pulizie, mi è stato inibito perché non è competenza del Comune. Cito in questo senso la legge 34 del 2002 che trasferisce le competenze dalla Regione alla Provincia, che a sua volta non ha soldi e trasferisce queste, nuovamente alla Regione. Un rimpallo di competenze infinito e nessun sindaco può fare niente. Purtroppo ci sono state delle lacune di chi avrebbe dovuto sorvegliare questi argini e non lo ha fatto, ed è questo, più di tutto, che ha creato problemi serissimi“.
“Noi abbiamo sempre fatto la manutenzione ordinaria, ma è la manutenzione straordinaria che manca. Se ci sono migliaia di metri cubi di terriccio che scende da monte e ostruisce la foto del torrente non spetta al sindaco toglierlo. Questa legge partorita da qualche “cretino” inoltre, impone il divieto di togliere il terriccio dai bordi dei torrenti. Non lo si può rimuovere e quindi è stato semplicemente spostato. E la Regione Calabria prima del 2002 che cosa ha fatto? Noi sindaci possiamo occuparci della rete idrica, della fognatura, delle scuole, ma certamente non abbiamo competenze su torrenti e fiumare“.
Mario Occhiuto, chiamato in causa in qualità di presidente della Provincia di Cosenza, ha effettivamente poco da dire: “Sono da pochi mesi alla guida della Provincia, e le Province in realtà non esistono neanche più, perché esistono le aree vaste. Dopo la legge Delrio infatti, sono state svuotate anche delle loro competenze. Io credo – ha dichiarato Occhiuto – che non sia tanto un problema di scaricare le responsabilità anche nel passato. A mio avviso è stato un evento di grande eccezionalità e imprevedibile, che ha causato danni, fortunatamente non alle persone, ma alle infrastrutture, alle strade provinciali… Certo togliendo le competenze agli enti che sono sul territorio e che dovrebbero gestire i sistemi complessi territoriali, diventa difficile agire. Tra l’altro ora la Regione Calabria, vorrebbe affidare alcuni di questi interventi alle province, ma ricordiamoci che ora le province non hanno più le risorse per fare questo tipo di attività“.
E sul rimpallo di competenze, ai microfoni di RLB Radioattiva, è intervenuto anche il governatore della Calabria, Mario Oliverio: “E una vecchia discussione che si trascina da anni e sulla quale sono tornato in questi giorni. Bisogna stabilire ‘chi’ deve fare ‘cosa’. La legislazione è molto confusa e determina un accavallamento di responsabilità (regione, comuni, consorzi, autorità di bacino….). Il problema del dissesto idrogeologico è centrale soprattutto in una regione come la nostra e Rossano è solo l’ultima di tante vicende che negli anni scorsi hanno determinato situazioni molto più drammatiche (come a Soverato o la frana sull’autostrada che hanno generato diverse vittime). Lo sappiamo tutti, abbiamo un territorio molto fragile. Io già da Presidente della Provincia sollevai il problema della manutenzione e della cura a partire dalle aste fluviali. E’ necessaria un’opera di pulizia costante, di regimazione delle acqua e non possiamo scoprire il territorio quando esplodono situazioni come queste“.
“Nella programmazione 2014-2020 – ha sottolineato Oliverio – abbiamo posto grande centralità a questa questione. Nell’impostazione che ho dato al governo della Regione, la prima cosa che ho assunto è di costituire presso la presidenza un’unità operativa autonoma di coordinamento per la difesa del suolo e la mitigazione del rischio idrogeologico. Le opere di intervento attraverso i fondi ministeriali devono andare in questa direzione. In pochi mesi di governo abbiamo recuperato 80 milioni di 200 milioni di euro, stanziati nel 2010. In 5 anni ne erano stati spesi solo 12″. E tra le proposte di Oliverio la possibilità di poter recuperare le risorse della forestazione, un settore malsfruttato più volte finito nel mirino dei mass media. “Il loro coordinamento è il percorso sul quale ci muoveremo – ha concluso Oliverio – ma prima bisogna stabilire con chiarezza le responsabilità ed i ruoli“.

Social