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Rifiuti tossici interrati, parlano il pentito Pulicanò e l’ex suocero accusato di aver ‘barattato’ appalti

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Rifiuti tossici interrati, parlano il pentito Pulicanò e l’ex suocero accusato di aver ‘barattato’ appalti

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Secondo Aloise si tratta di una vendetta, ma il pentito precisa che i fatti sono gravi e non frutto di una ripicca.

 

COSENZA – Un vero e proprio tornado si è abbattuto su Lattarico. Le dichiarazioni di Mattia Pulicanò, pusher di riferimento della cosca Lanzino nei territori limitrofi a Montalto e Rende, disegnano un quadro allarmante. Rifiuti pericolosi sarebbero stati interrati nella frazione Regina di Lattarico venti anni fa grazie all’intermediazione dell’avvocato Cipriano Chianese (intraneo al clan dei casalesi) tra un’azienda del nord Italia ed un imprenditore del posto, Marcello Aloise. Merce di scambio: appalti per Enel ed Anas. Pulicanò che per diverso tempo frequentò la figlia di Aloise avrebbe acquisito tali informazioni dall’ex suocero che gli parlò anche di un business mai andato in porto con un’azienda veneta. Per conto di tale impresa in agro di Regina rifiuti pericolosi dovevano essere nascosti sotto capannoni o impianti fotovoltaici. Il tutto è ancora al vaglio della magistratura. L’amministrazione comunale vuole vederci chiaro, nonostante il sindaco e il vicesindaco a capo della Giunta da circa undici anni non credono che dei crimini così gravi possano essere stati commessi nel loro territorio di competenza. Tanto meno con la compiacenza dell’imprenditore Aloise che ancora oggi gestisce per il Comune la manutenzione degli impianti elettrici municipali.

 

Il collaboratore di giustizia è stato tacciato di essere un drogato in cerca di vendetta. Ma il ventottenne non accetta tali accuse. “Il sottoscritto, – scrive il pentito in una nota inviata al nostro quotidiano – e sfido chiunque a smentirmi, non ha mai fatto uso di alcuna sostanza stupefacente in tutta la sua vita essendo tra l’altro pure totalmente astemio. La relazione con la figlia del noto imprenditore risale a oltre cinque anni or sono e si è conclusa “pacificamente” e senza alcuno strascico di qualsivoglia natura, ragion per cui non ho, non avrei e non ho mai avuto motivi di risentimento verso alcuno. Del resto sembra veramente assurdo il solo poter pensare che una fallita relazione sentimentale possa dettare una “ripicca” attesa l’importanza e la gravita’ dell’argomento trattato. Le mie dichiarazioni sono tuttora sottoposte al vaglio della dda e solo i processi che ne scaturiranno potranno confermare o negare la mia attendibilità che di certo non puo’ essere rimessa alla vox populi”.

 

“Per acquisire le dichiarazioni di Mattia Pulicanò – spiega il suo legale Enrico Tucci – significa che è fin troppo attendibile. In base alle sue testimonianze nel processo Tela di Ragno contro il clan Serpa sono già state fatte delle condanne. Non è uno sprovveduto. L’Antimafia non è tenuta a comunicare a un sindaco le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, non riesco a capire a che titolo la Blandi lamenti di non essere stata interpellata nel corso di un’indagine condotta dalla Dda di Catanzaro. Il sindaco non è nè un procuratore capo nè un procuratore nazionale. Nella vita il primo cittadino di Lattarico Antonella Blandi fa la farmacista e deve continuare a fare la farmacista. Non ho nulla contro di lei che ha giustamente chiesto chiarimenti sulla vicenda dato l’allarme sociale scatenatosi in questi giorni, ma queste dichiarazioni esistono. Sono agli atti e sono state acquisite nel processo Acheruntia pendente al Tribunale della Libertà di Catanzaro, non sono state inventate. C’ è parecchio in ballo.  Mattia Pulicanò non è un drogato che non ha nulla da fare. Non ha alcun precedente per assunzione di stupefacenti, nè è stata mai riscontrata la presenza di alcun tipo di droga neanche dalle analisi. Non è un tossico che si alza al mattino e accusa le persone. Si tratta di cose che gli sono state riferite da Marcello Aloise. E’ follia pensare a una ripicca personale giocando su rifiuti tossici interrati”.

 

Ma per l’ex suocero la realtà e ben diversa. ”Chi mi conosce non può dubitare, – afferma Marcello Aloise – sono allo scuro di tutto e smentisco tutto. Non ho mai ricevuto alcun tipo di avviso di garanzia. Sono rimasto sorpreso quando ho letto delle dichiarazioni di Pulicanò. Mattia è stato fidanzato per due anni con mia figlia. Dopodiché è stato arrestato per spaccio e noi abbiamo cercato un po’ di allontanarlo. I rapporti dopo il carcere si sono raffreddati perchè si sono lasciati. Poi lo hanno arrestato la seconda volta ed è diventato collaboratore di giustizia, ma da tempo non sapevamo più nulla di questa persona. Quindi può essere che abbia maturato l’intenzione di vendicarsi. Mi sono rivolto agli inquirenti che dicono che non sanno nulla di queste testimonianze dicendomi che può darsi che non siano neanche agli atti. Io per il Comune svolgo la manutenzione degli impianti elettrici, punto e basta. Abbiamo vinto appalti, ma di poco valore. Ho lavorato tanti anni fa e lavoro ancora per Enel, ma non per quegli appalti di cui parla Pulicanò. Io non ho terreni nella frazione di Regina. Gli impianti fotovoltaici di cui lui parla non sono stati mai costruiti, quelli che esistono sono stati costruiti nel 2010 e  ritengo che non abbiano nulla a che vedere con l’occultamento di rifiuti”.

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