Area Urbana
Movida Santa Teresa, la replica dell’avvocato Marini Serra che difende i residenti del quartiere
 
																								
												
												
											Riceviamo e pubblichiamo la replica dell’avvocato Gabriella Marini Serra che da tempo difende le ragioni e i diritti dei residenti dell’area di Santa Teresa a Cosenza, all’articolo “Piazza S Teresa: scontro locali-residenti, tra secchiate d’acqua e denunce” pubblicato sul nostro quotidiano online Quicosenza.it lo scorso 30 luglio.
COSENZA – “Mi preme precisare che, oltre che residente, ho rappresentato, in diverse azioni stragiudiziali, sette condominii della zona e non sette condomini…la differenza comporta una portata maggiore del disagio, per alcuni ancora non perfettamente chiara. Non comprendo sinceramente il riferimento ” a soli cinque residenti “presumibilmente impegnati a far chiudere i locali, a dire dei gestori. Se ci fosse stata più attenzione nelle dichiarazioni rese , i lettori sarebbero stati messi nella condizione di comprendere che sette amministratori dei sette condomini della zona hanno sottoscritto e richiesto al Sindaco l’emissione di un’ordinanza di disciplina della movida e non già della chiusura dei locali presenti in S. Teresa.
 Sicuramente se fra i residenti vi sono gestori o ex gestori dei locali, per loro, l’intrattenimento notturno non potrà mai configurarsi un disagio, e le mie parole in alcun modo a loro riconducibili, saranno mai condivise e condivisibili.
Il duplice ruolo da me svolto, in tutto questo periodo, mi ha sempre portato ad essere un’interfaccia pubblica di questi disagi che purtroppo non sono di pochi residenti, i quali hanno tutto il diritto di vivere la propria vita senza condizionamenti esterni imposti da orari notturni inaccettabili e abitudini con condivise.
 Massimo rispetto per l’imprenditoria giovanile, per le spese affrontate e per l’impegno profuso ogni notte lavorando… ma la libera ed incondizionata espressione e autodeterminazione del singolo trova come limite la sfera soggettiva dell’altro e le norme civili, penali e amministrative che vanno rispettate.
 Non si criticano le attività in astratto, ma le modalità di svolgimento delle stesse in concreto…
 Sono tutti giovani imprenditori, così come più volte ribadito e magari alcuni anche alle prime armi , e spesso, incapaci a circoscrivere e contenere il flusso degli avventori, generando “criticità sparse” in zona.
Ovviamente le esigue estensioni di alcuni locali inducono lo stazionamento esterno degli avventori e questo in orario notturno crea disturbo e fastidio e se a questo aggiungiamo serate di Karaoke, ed intrattenimento musicale vario che si propagano anche all’esterno del locale, la situazione ed il disagio assume una portata differente.
 Vi sono diverse persone invalide nella zona che non riescono ad uscire in carrozzina dai propri portoni per raggiungere la piazza e godersi la frescura notturna, per la presenza di autoveicoli sui marciapiedi, carrellati, tavolini , sedie e avventori; altri, purtroppo, impossibilitati a scendere dai propri letti , per gravi malattie, non possono aprire neanche le finestre perché soffocati dalle immissioni continue e costanti di fumi e disturbati dal vocio e dalla musica.
 Rinvengo dall’articolo, l’analisi demografica/sociologica fatta da un gestore : “Cosenza è una città di 70mila abitanti, di questi la metà sono anziani, tolte le persone con un’età al di sopra dei quaranta, quelli che hanno famiglia o che alla sera non escono, il popolo della notte sarà composto al massimo da seicento persone che dividiamo in circa quaranta locali dislocati nell’area urbana”. Un elogio va fatto sicuramente al ragazzo soprattutto perché riconosce la presenza di persone che ancora oggi , per la loro salute e perché anziani, “subiscono” passivamente senza potersi interfacciare/protestare direttamente con i gestori preferendo delegare il compito a chi lo fa per lavoro (rappresentare ed agire in nome e per conto) e dunque i gestori credono di avere contro solo uno dei tanti avvocati del foro di Cosenza e qualche altro “residente temerario”, ma non è così.  Si è partiti dal disagio di uno, poi più residenti quando incominciavano ad aprire man mano i locali, un condominio intero e adesso sono sette i Condominii che richiedono un intervento dell’amministrazione comunale di regolamentazione della movida, fanno esposti e denunce.
Più volte si è tentata la strada della conciliazione e prova ne sono le innumerevoli mediazioni, inviti, convocazioni presso enti pubblici, inoltrati e richiesti dalla scrivente nella sua qualità…purtroppo alcun accordo è stato mai raggiunto
 Penso sia chiaro che avere la possibilità di somministrare alcolici fino alle tre del mattino non significhi essere legittimati ad arrecare disturbo a terzi,violando ripetutamente norme del codice penale. Magari, se i locali lo permettessero, la clientela potrebbe stare all’interno degli stessi anche oltre quell’orario, consumando e divertendosi, ma senza creare e arrecare disagio ad altri. 
Sono stati emessi decreti penali di condanna per disturbo alla quiete pubblica e al riposo notturno in danno di alcuni locali, sono state eseguite diverse rilevazioni fonometriche in tutta la zona ed è stato accertato un inquinamento acustico notturno inaccettabile oltre il limite nazionale stabilito per musica ed immissioni antropiche.
 A ciò si aggiunga che la collocazione di arredi sui marciapiedi, utilizzando spazi pubblici, a volte non autorizzati e/o parzialmente autorizzati, in mancanza del criterio stabilito dal regolamento comunale può arrecare seri problemi di ordine/sicurezza pubblica ed intralcio al transito pedonale, garantito e tutelato dalla legge!
 Il Sagrato della Chiesa ogni notte è invaso da bottiglie, bicchieri che ignoti abbandonano , dimostrando solo una reiterata inciviltà, maleducazione ed un non senso civico, probabilmente adottato anche presso le loro abitazioni
 Quello che i residenti auspicano è un contenimento degli orari durante la settimana, maggiori controlli da parte degli enti preposti e sicuramente, in difetto , l’ordinanza del Tribunale, emessa solo per un locale , sarà un modello a cui tenderanno tutti gli altri residenti, per tutelare la loro salute e quella dei propri cari.
 Sul punto preciso che, l’orario di chiusura del locale, investito dall’ordinanza di cui trattasi, è a mezzanotte ( e non già alle 2330), dalla domenica al giovedì e alle ore 2.00 il venerdì ed il sabato. L’ordinanza è stata emessa a tutela del diritto alla salute di un cittadino nel rispetto e contemperamento dell’attività del gestore, non potendo l’attività di quest’ultimo essere contenuta con una insonorizzazione dei locali e dunque configurandosi come unica possibile modalità di tutela. Se poi pensiamo che alcuni di questi locali, per divieto espresso dello statuto condominiale, non potevano neanche aprire, contestualizziamo ancora di più le lamentele dei residenti che si trovano a subire attività che con un pò di buon senso potevano trovare altra collocazione più consona e locali più adatti in altre zone.
In ultimo , ma non per importanza sono a far rilevare come diffamatorie e tendenziose siano state le dichiarazioni rese dagli anonimi gestori, “Eppure qui negli anni ’80 – ’90 c’era solo tossicodipendenza” ; “Chiamano le forze dell’ordine in pieno orario di lavoro e chi vede dieci poliziotti davanti ad un locale sicuramente non si avvicina. Il tutto accompagnato da secchiate d’acqua, pannolini sporchi lanciati quasi sui clienti, annaffiatoi che piovono sulle persone che sostano davanti ai locali”…
 Vorrei conoscere chi ha asserito una cosa del genere altamente diffamatoria e offensiva per una zona da sempre tranquilla e residenziale ove nulla è mai successo in ordine a casi di droga e tossicodipendenza ed in prossimità della Questura; vorrei ancora capire a quali episodi i gestori si riferiscono parlando di condotte discutibili di residenti che, fino a prova contraria da un anno a questa parte hanno subito e subiscono, ogni notte i loro orari e quelli degli avventori (che in balia di bacco & tabacco sono difficilmente contenibili e arrecano disturbo) e che hanno da sempre assunto comportamenti da signori , attendendo che le autorità coinvolte e preposte agissero, senza mai adottare alcun tipo di comportamento contrario alle norme del buon vivere civile.
 La vicenda ha molte sfumature e va osservata sotto diversi aspetti.. ovviamente non mi aspetto comprensione da parte di chi la Movida la vive e da parte dei gestori, sordi ai disagi lamentati dai residenti fin dall’inizio, ma spero di essere riuscita a fornire una più esaustiva “portata del fenomeno”…
 Chiudere un po’ prima durante la settimana e comunque entro la mezzanotte, non credo che comporterà licenziamenti ed il fallimento dei locali, ci vuole un po’ di buon senso e comprendere che si deve e si può lavorare in armonia con tutti , rispettando la vocazione del quartiere e le esigenze dei residenti, avendo cura di evitare assembramenti che spesso penalizzano i gestori virtuosi e li coinvolgono in azioni collettive e conseguenze dirette e personali
 Se il buon senso non prevarrà , sicuramente in assenza dell’auspicata ordinanza del Sindaco di regolamentazione della movida, ogni residente agirà direttamente nei confronti del locale , fonte di disturbo, a tutela della propria salute e quella dei propri cari. Vedremo a settembre partire le azioni giudiziarie, avendo contezza dei locali che verranno “disciplinati” nello svolgimento della propria attività“.
Avv. Gabriella Marini Serra
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