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Porto Torres, protesta alla Vinyls operai su una torcia a 100 metri di altezza
SASSARI- Ancora proteste in Sardegna. Dopo l’Alcoa e il Sulcis, è la volta degli operai della Vinyls: due di loro sono saliti stamattina su una torcia spenta a circa 100 metri di altezza nel polo petrolchimico di Porto Torres. L’ennesima azione eclatante (gli operai avevano dato vita per un anno all’Asinara anche all’Isola dei
Cassintegrati) arriva a poche ore dell’iniziativa dei commissari che oggi presenteranno al Tribunale di Venezia l’offerta di una azienda chimica brasiliana che ha manifestato interesse per gli impianti e potrebbe rilanciare il polo, evitando la chiusura e restituendo il lavoro agli operai.
Per la lunga vertenza della Vinyls di Porto Torres vi sarà un incontro a Roma nei prossimi giorni. Dalla capitale si attende di sapere quale sarà il destino dei lavoratori sardi legato all’offerta di acquisto della società brasiliana per il riavvio degli impianti Vcm e Pvc. Lavoratori e sindacati, anche dopo l’ultima assemblea, hanno scelto la linea della cautela, come si legge su La Nuova Sardegna . Dopo le beffe a raffica che hanno visto il fallimento delle precedenti trattative di acquisizione, come quella allestita dal fondo svizzero Gita, prima di esprimere una valutazione si attende di vedere le carte. “Vediamo se si tratta di una operazione seria o se siamo di fronte all’ennesimo mistero di Vinyls, stavolta in salsa brasiliana. A quel punto -hanno detto – prenderemo le nostre decisioni: siamo pronti a tutto perché c’è in ballo la nostra vita, il futuro delle nostre famiglie”, si legge ancora sul quotidiano sardo.
L’azienda sudamericana, di cui sinora si sa poco, ha formalizzato nei giorni scorsi la proposta per Vinyls facendosi accreditare dall’ambasciata del Brasile in Italia che ha trasmesso referenze positive. L’offerta, arrivata nelle mani dei commissari straordinari, farebbe riferimento in modo specifico all’interesse per la produzione di Pvc. Oggi i commissari dovrebbero depositare la documentazione al Tribunale di Venezia e successivamente al ministero dello Sviluppo economico che dovrà valutare la portata dell’operazione.
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