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Disposto dal Tribunale dei minori l’affido ad altra famiglia per le sorelline di Cocò Campolongo
 
																								
												
												
											La madre è attualmente reclusa nel penitenziario femminile di Castrovillari (per spaccio di eroina e traffico d’armi), mentre il padre è stato da poco tradotto ai domiciliari per presunti business tra le fila del clan Abbruzzese.
CATANZARO – Le due sorelline del piccolo Cocò Campolongo, il bimbo ucciso e bruciato a Cassano allo Ionio, saranno allontanate dai genitori, Nicola Campolongo e Antonia Iannicelli, per essere affidate ad una famiglia fuori dai confini della Calabria. A denunciare l’episodio è il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che ha ricevuto una lettera da parte dei genitori del bimbe i quali chiedono aiuto affinchè il provvedimento del tribunale dei minori di Catanzaro venga revocato. “Mentre il piccolo Cocò, ucciso un anno e mezzo fa, sembra – afferma Corbelli – completamente dimenticato e i suoi feroci assassini sono ancora, purtroppo sconosciuti e impuniti, un’altra tragedia e immane dolore sta per abbattersi sulla sua famiglia. Le sorelline di Cocò stanno infatti per essere tolte ai loro genitori e affidate a una famiglia fuori dalla Calabria. Il provvedimento è stato già emesso dal Tribunale dei Minori di Catanzaro e sarà esecutivo dalla fine di luglio”.
Corbelli aggiunge che “i genitori delle due bambine e del piccolo Cocò, sono angosciati e disperati. La mamma del piccolo Cocò è da qualche mese di nuovo in carcere a Castrovillari per finire di scontare una vecchia condanna, per droga. Mentre il marito, Nicola Campolongo, ha ottenuto, da pochi mesi, gli arresti domiciliari. Le due bambine sono invece rimaste, lontano da Cassano, in una struttura religiosa, dove erano state mandate insieme alla loro mamma pochi giorni dopo l’omicidio di Cocò. Oggi queste bambine stanno addirittura per essere tolte ai loro genitori. Mi rivolgo alla sensibilità dei giudici del Tribunale dei Minori e dei giudici del Tribunale di Sorveglianza, sempre di Catanzaro, affinché rivedano entrambi questa loro decisione ed evitino a quelle due bambine questo nuovo trauma e dolore. Chiedo che queste due bambine non vengano allontanate dalla Calabria, che restino in questa accogliente struttura dove sono amorevolmente assistite, dove frequentano anche la scuola. Chiedo che alla mamma delle due bambine vengano di nuovo concessi gli arresti domiciliari in questa struttura religiosa per continuare così a stare accanto alle sue figliolette”.
 
                        
 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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