Area Urbana
Il tribunale rigetta la richiesta di sorveglianza speciale per Jessica e Simone
Rigettate le proposte di sorveglianza speciale avanzate dalla Questura nei confronti dei due attivisti, ritenendole infondate
CATANZARO – Il tribunale di Catanzaro ha rigettato le proposte di sorveglianza speciale avanzate nei confronti dei due attivisti Jessica Cosenza e Simone Guglielmelli, ritenendole infondate. Prima della sentenza anche la PM, in sede di udienza, aveva richiesto il rigetto della richiesta applicata dalla Questura di Cosenza perché i due avevano partecipato a manifestazioni per denunciare la mancanza di servizi sanitari essenziali in Calabria o la fatiscenza delle strutture e il rischio crolli nel centro storico di Cosenza e per le quali erano stati anche multati con 1.300 euro a testa. Una misura, quella della sorveglianza speciale, che apparsa ai più sproporzionata e che aveva suscitato la mobilitazione e la solidarietà anche delle istituzioni e della politica. I due, che fanno parte del sindacato Usb e del comitato Prendocasa, studenti presso la facoltà di scienze politiche dell’Università della Calabria, sono incensurati.
Soddisfazione da parte degli attivisti che hanno sostenuto i due ragazzi “l’attacco – spiegano – si è confermato essere stato mosso da una chiara volontà politica di fermare le battaglie sociali presenti nel nostro territorio e coloro che le animano silenziando il dissenso. Si trattava di un teorema che ci costringe a porci alcune domande urgenti. È accettabile tollerare che il denaro pubblico venga così utilizzato da chi teoricamente dovrebbe fare gli interessi della collettività, mentre di fatto si adopera per architettare questi assurdi procedimenti giudiziari? Possiamo sopportare che questi pseudo funzionari rimangano indisturbati a capo di una questura della Repubblica? Negli ultimi mesi, la città non ha esitato a sollevarsi schierandosi con convinzione dalla parte delle lotte sociali, dalla parte di chi si impegna ogni giorno per costruire un reale cambiamento, di cui questo territorio ha vitale bisogno. I pochi che, invece, non hanno preso posizione, sperando in un esito differente, al netto dei proclami, si sono confermati essere parte del sistema di cui dobbiamo urgentemente liberarci. Contro la nuova inquisizione, Cosenza ha risposto in maniera chiara e inequivocabile, svelando il suo volto migliore e questo nessuno potrà dimenticarlo. Questa vittoria, ci indica la necessità di continuare nella costruzione collettiva di una città più giusta con chi in questi mesi è stato al nostro fianco, perché si restituisca a tutti e a tutte diritti e dignità”.
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