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Le spese postali di Regioni e capoluoghi di provincia. Bocciata Cosenza (628mila euro)

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Le spese postali di Regioni e capoluoghi di provincia. Bocciata Cosenza (628mila euro)

Performance intermedia per la Calabria mentre Cosenza è tra i capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese postali dell’ente con una spesa di 628mila euro

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COSENZA – Adnkronos, in collaborazione con Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, ha analizzato costi per il mantenimento di uffici e strutture sostenuti da Regioni e capoluoghi di provincia, stilando una classifica con un rating dal più virtuoso al meno efficienti relativa all’anno 2020. Le spese dell’ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento e, a seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, si parla di ‘performance positiva’ (quando la spesa è inferiore o uguale alla media), ‘scostamento lieve’ (quando la spesa è compresa tra la spesa media e il 30% in più), ‘scostamento considerevole’ (quando la spesa è compresa tra lo scostamento lieve e il 100% in più), ‘spesa fuori controllo’ (quando la spesa supera di oltre il 100% la spesa media). Il rating – che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale – assegna alla migliore performance la tripla ‘A’, mentre alla peggiore viene attribuita la lettera ‘C’. Campania, Lazio e Marche sono le Regioni italiane più ‘virtuose’ nelle spese postali dell’ente. Tre Regioni che si aggiudicano il rating complessivo AAA nella speciale classifica. In particolare, per spese postali, la Campania ha investito 61.731,54 euro nel 2020, il Lazio 74.869,28 euro e le Marche 21.552,19 euro. Tra le regioni più efficienti per questa voce di spesa, con un rating compreso tra A e AAA, troviamo con la AA Abruzzo (27.748,39 euro), Emilia-Romagna (105.938,27), Puglia (115.068,61) e Umbria (29.827,03), mentre ottengono la A Liguria (62.850,84) e Sicilia (392.013,85). Tra le Regioni con performance ‘intermedie’ figurano, invece, con BBB Calabria (286.750,56 euro) e Toscana (543.537,83), con la BB Lombardia (1.517.881,86) e Piemonte (1.143.523,21) e con la B la Basilicata (177.543,47). Mentre risultano non comparabili per questa voce i dati di Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Il Veneto è la Regione italiana che, in valore assoluto, detiene il record per le spese postali: 2.872.873,03 euro nel 2020, cifra che la porta ad avere il rating peggiore, la C, per questa voce.  La Sardegna è la Regione italiana che, in valori assoluti, ha la minore spesa postale, pari a 2.753,44 nel 2020, emerge ancora dalla classifica.

Dieci invece i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione delle spese postali, decreta la Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana. A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono: Isernia, che ha speso appena 280,60 euro nel 2020, e poi Andria (13.745,14), Salerno (36.333,45), Ravenna (55.668,28), Latina (56.279,30), Trieste (72.047,38), Parma (90.254,31), Padova (104.393,64), Genova (203.228,29) e Torino (211.688,63). Milano, Firenze, Mantova, Cosenza e Macerata sono i capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese postali dell’ente. Ma a quanto ammontano le spese postali in questi enti nel 2020? Analizzando la classifica, si scopre che Milano ha speso per questa voce 24.827.494,94 euro, Firenze 7.266.297,43, Cosenza 628.027,38, Macerata 505.494,70, Mantova 391.920,96.

“Le spese postali rappresentano un indicatore importante con riguardo al grado di dematerializzazione dell’ente, in quanto ormai tante comunicazioni che prima avvenivano per il tramite del servizio postale (raccomandate a/r, espresse, assicurate) oggi si eseguono per via telematica tramite email, Pec, ecc… Da un punto di vista formale, infatti, la posta elettronica certificata ha lo stesso valore legale della raccomandata. In entrambi i sistemi, si offre la piena prova sia dell’invio che del ricevimento”. E’ il commento di Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana al report che ha realizzato per Adnkronos.

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