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Nicola Misasi chirurgo, ortopedico e docente. Il ricordo del nipote a 10 anni dalla scomparsa

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Nicola Misasi chirurgo, ortopedico e docente. Il ricordo del nipote a 10 anni dalla scomparsa

Il nipote Maurizio Misasi ha voluto così ricordare “la vita, umana e professionale di Nicola Misasi”: “un ricordo, un richiamo al cuore di tutto ciò che di vivo, la sua esperienza ci lascia: il suo testimone”

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COSENZA – “Gli uomini avanti in età devono essere esploratori. / Il luogo e l’ora non sono importanti. / Noi dobbiamo muoverci senza sosta verso un’altra intensità, / per un’unione più completa e una comunione più profonda… / Nella mia fine è il mio principio”. A citare Thomas Stearns Eliot è il nipote di Misasi, Maurizio, che vuole così ricordare “la vita, umana e professionale di Nicola Misasi” che “è stata un invito a non cedere mai alla tentazione che nulla più ci attende, che abbiamo visto tutto e sperimentato a sufficienza come se ad attenderci non ci fosse altro ,che un’epigrafe su una fredda lapide. Questo ricordo di oggi, come suggerisce il significato stesso della parola ricordare, è un richiamo al cuore di tutto ciò che di vivo, la sua esperienza ci lascia: il suo testimone”.

“Nicola Misasi si nutre e si fa interprete di quell’umanesimo che contraddistingue lo spirito più identificativo della sua famiglia dì origine, così come della sua città natale, Cosenza. Un “ genius Loci” che invita ed induce a coniugare sempre dialetticamente gli opposti per creare spazi sempre nuovi di conoscenza e intelligenza dei fenomeni umani e naturali. Egli era antidogmatico e la libertà era forse il suo unico Dogma. Si nutre e riceve dalla sua famiglia, l’amore per la letteratura e la cultura umanistica, così come riceve dalla esperienza del padre Mario, che condivide con il fratello Francesco, la passione per lo studio e l’applicazione della Scienza Medica. Casa Misasi gli dà quella visione dei fenomeni scientifici, visti sempre nella loro totalità e articolata complessità. Se già il suo illustre nonno, lo scrittore Nicola suo omonimo ,gli suggerisce in “Anima rerum” la lettura spirituale della materia, ben più la lezione umanitaria della clinica fondata da Mario Misasi, gli consegna una tradizione antica dell’arte medica che sarà la sostanza intelligente di tutto il suo impegno professionale”.

“Si specializza in Chirurgia Generale – racconta Maurizio – cosa di cui andava fiero perché sosteneva, a ben vedere, gli avesse dato quella visione d’insieme che è la qualità distintiva della grande scuola clinica italiana. Frequenta da subito dopo la Laurea, il prestigioso Centro Traumatologico Ortopedico diretto dal Prof. Oscar Scaglietti, uno dei padri fondatori della Chirurgia Ortopedica Italiana. Con piglio fiero egli amava ricordare sempre di essere stato suo allievo. Dopo la formazione la sua vita professionale di clinico e docente si svolge in un “continuum” creativo nella città di Napoli amando l’Università e riconoscendosi l’obbligo di dover contribuire al suo continuo rinnovamento. Diviene giovanissimo ordinario e fonda la Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia nel 1973, presso l’allora Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che ha diretta fino al 2001. L’aggiornamento era costante e aperto a tutte quelle esperienze che nel mondo andavano a perfezionare le conoscenze e le applicazioni della materia da lui trattata. E’ stato spesso precursore di nuove intuizioni e temi poco trattati in Ortopedia. Il suo impegno lo ha visto propulsore di sempre nuove collaborazioni in Italia e con l’estero; tra tutte l’amicizia con il Prof. Muller, uno dei padri mondiali della protesi d’anca così come la creazione insieme a Campanacci del Rizzoli di Bologna del CIOSM che portò poi alla creazione di un settore di ortopedia oncologica presso l’Istituto Tumori del Pascale di Napoli”.

L’elenco delle sue attività e dei suoi lasciti scientifici, merita una sede diversa da questa che è e vuole essere una breve commemorazione ; non possiamo però non far menzione dei suoi famosi “martedì scientifici”, spazio aperto di confronto ,che da sempre costituirono un appuntamento aperto a tutti, a significare che la sua scuola ,era una casa di accoglienza per tutti coloro che avessero qualcosa da dire, aldilà dei rigidi schematismi accademici. E, nello stesso spirito, le riunioni scientifiche che, negli anni ‘80, ogni anno, si tenevano a Napoli sul tema: “Gli insuccessi in chirurgia ortopedica”. Dopo tanto spendersi generosamente nel suo impegno resta un esempio l’epilogo della sua carriera. Dice di lui un suo allievo: “L’ho ammirato molto dopo il suo “ritiro” perché dal giorno del commiato nella clinica che pure aveva creato non ci è mai più tornato né ha mai più partecipato ad alcun evento scientifico. Aveva dato, aveva avuto, aveva chiuso. Non è frequente”.

“Nicola Misasi è stato così serio che non si prese mai troppo sul serio. E’ rimasto un uomo libero, anche dal “personaggio” che il suo stesso valore accademico e professionale avevano creato . Confidò ad altro suo allievo che lo invitava a tornare in Università dopo il suo pensionamento:” Non voglio essere di peso. I nonni devono stare con i nipotini, questo trascinarsi da un’aula all’atra, non mi appartiene”. Come dice Qoelet? C’è un tempo per tutto, un tempo per vivere ed uno per morire, un tempo per iniziare ed uno per finire. Così Nicola Misasi ha saputo dare principio alla sua fine, ecco perché noi oggi possiamo richiamarlo al cuore. Perché nella sua fine c’è la grande lezione che la vita è dare e darsi e tutto poi si abbandona. Questo suo carattere così franco e libero, rigoroso e giocoso al tempo stesso, sfidante ed accogliente al contempo, ci è ancora amico e compagno al viaggio”.

Così lo ricorda suo nipote ed omonimo, il giovane Nicola Misasi: “Nonno ha sempre voluto che lo sentissi amico leale, oltre il suo ruolo autorevole. Aveva sempre la capacità di suscitare un’opportuna risata per appianare ogni differenza e divergenza. Un esempio affabile ed un confronto aperto alla conoscenza. Mi ha condotto al senso di appartenenza della mia storia familiare, come storia di libertà, sobrietà, ascolto, ironia, duttilità. Nicola Misasi ci ha lasciati ma resta con noi per sempre”.

Dedicato a Nicola Misasi, insigne chirurgo generale, ortopedico e professore di ortopedia, a 10 anni dalla sua dipartita

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