Italia
Cartabellotta (Gimbe): “con tutti vaccinati, rischio pressione negli ospedali irrisorio”
Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe: “per essere tempestivi ci vogliono decisioni senza compromessi politici al ribasso perché purtroppo questi sono i risultati”
ROMA – “Se oggi avessimo tutta la popolazione vaccinata il rischio di sovraccarico degli ospedali con una variante molto contagiosa, ma meno grave, sarebbe irrisorio”. Lo ha affermato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Riferendosi ai ricoveri, Cartabellotta ha infatti sottolineato come “l’ultimo dato dell’Istituto superiore di sanità di venerdì scorso ci dice che ogni 100.000 abitanti, in terapia intensiva vanno 23,22 persone non vaccinate,1,5 persone che hanno fatto il vaccino da più di 4 mesi, 1 persona che ha fatto il vaccino da meno di 4 mesi e 0.9 che ha fatto anche la dose di richiamo”.
“Difficile dire quando avremo il picco”
“Fino a metà dicembre le reinfezioni erano circa l’1% del totale dei casi notificati di Covid. Nelle ultime due settimane, anche se il dato è in fase di consolidamento, aumenta la percentuale delle reinfezioni che è salita al 2.4% nella settimana precedente e al 3.1% nell’ultima settimana. Quindi è verosimile che chi si è infettato con la Delta, oggi si sta reinfettando con la omicron. Oggi è difficilissimo dire il contrario”.
“Il dato sui grandi numeri dice che a fronte di un tasso di reinfezione che è stato da agosto fino a due settimane fa all’1%, adesso è al 3%”. Quanto al picco, ha sottolineato Cartabellotta a Radio 105 “quando avremo il picco è difficile dirlo. Al momento abbiamo la cocircolazione di due varianti, la più contagiosa che è la Omicron e l’altra meno contagiosa che è la Delta e nelle diverse regioni la prevalenza della circolazione delle diverse varianti è sostanzialmente diversa. Immaginare quando sarà il picco nazionale è impossibile dirlo perché potrà vedere situazioni regionali completamente diverse. In questo momento è importante vedere i segni di rallentamento della salita della curva e in questo momento purtroppo non lo stiamo vedendo”.
Tutti i governi, ha rilevato inoltre “dovrebbero avere imparato che la ricetta giusta per fronteggiare il covid è un mix di tempestività e flessibilità utilizzando gli strumenti a disposizione, però tenendo conto che il virus ci continua a sorprendere per la sua capacità di aggirare gli ostacoli. Se noi avessimo introdotto l’obbligo vaccinale all’inizio dell’autunno, se avessimo cominciato le terze dosi a tambur battente a metà settembre invece che a novembre, se avessimo introdotto l’obbligo delle ffp2 a inizio dicembre quando cominciava a circolare la variante omicron, oggi verosimilmente saremmo stati un po’ meglio, però bisogna essere molto tempestivi e per essere tempestivi ci vogliono decisioni senza compromessi politici al ribasso perché purtroppo questi sono i risultati”.
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