Area Urbana
Vertenza call center ITA, Covisian si aggiudica la gara. Sindacati: “percorso surreale”
Dopo il secondo appuntamento del tavolo ministeriale sul cambio di appalto del call center di ITA, Covisian, la società che si è aggiudicata la gara, ha delineato, supportata da ITA, una proposta sui numeri delle persone coinvolte del tutto insoddisfacenti
 
																								
												
												
											
COSENZA – Secondo il piano di sviluppo di ITA, Covisian si è detta disponibile ad assumere 100 FTE per la fase iniziale, ulteriori 100 FTE nell’arco dei prossimi 24 mesi compatibilmente con lo sviluppo del piano e l’auspicio ad esaurire il bacino (380 FTE ovvero 621 lavoratrici e lavoratori) entro il 2025. Unitariamente le organizzazioni sindacali hanno nettamente respinto questa proposta giudicandola del tutto irricevibile. “È impossibile entrare nel vivo di questa trattativa con una certezza occupazionale per soli 100 FTE (le altre “scadenze” presentate sono dei meri auspici). Occorre che le parti in causa cambino del tutto impostazione. Il tempo passa – scrivono i sindacati di categoria – e la preoccupazione dei lavoratori è ormai non più arginabile. Nei prossimi giorni, insieme alle strutture territoriali, costruiremo con i lavoratori l’ulteriore percorso di mobilitazione affinché prevalga la legge dello stato sulla clausola sociale”.
Il segretario regionale SLC CGIL Alberto Ligato ha definito il “percorso così com’è stato disegnato da Covisian e da Ita, surreale. Bisogna rapidamente dare un segnale forte, è impensabile che 620 famiglie continuino a vivere nell’incertezza. Le istituzioni si prendano le proprie responsabilità e comincino ad assolvere pienamente il loro ruolo, non si limitino a sterili spettatori ed a fabbricatori di comunicati di solidarietà”. Dello stesso avviso Giuseppe Cestari, RSU SLC Cgil Calabria: “Cambio di appalto o meno, una società pubblica non può prescindere dall’applicazione di quanto previsto dalla clausola sociale causando drammi occupazionali e sociali. Al momento non si può che constatare come le distanze siano considerevoli e, molto preoccupanti”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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