L’ira dei clan Rango – Abbruzzese si sfoga progettando un agguato al pm Bruni

Secondo il pentito Ernesto Foggetti, avrebbero voluto sorprenderlo e colpirlo al mare o in palestra.

COSENZA – Il collaboratore di giustizia parla delle confessioni che gli avrebbe reso il suo compagno di cella, Gennaro Presta presunto affiliato alla cosca Rango – Abbruzzese. Il 32enne oggi ristretto in regime di carcere duro parlando con Foggetti in un momento di rabbia pare abbia esternato l’intento dei propri sodali di porre a tacere il pm più odiato dalla criminalità organizzata bruzia: Pierpaolo Bruni. Presta, braccio destro di Maurizio Rango ritenuto a capo della ‘ndrina che riunisce rom ed italiani, in un perfetto esempio di effettiva integrazione sociale volta a delinquere, senza troppi giri di parole avrebbe espresso la sete di vendetta nei confronti del pubblico ministero. Bruni, secondo gli uomini dei clan, sarebbe colpevole di aver dispensato con ‘leggerezza’ troppi 41 bis ai danni della ‘ndrangheta cosentina. Per questo avrebbe dovuto pagare sulla propria pelle le punizioni inflitte ai presunti boss e luogotenenti della malavita bruzia. ‘Gennarino’ attualmente recluso nel penitenziario dell’Aquila nell’agosto 2014 nel carcere di via Popilia avrebbe detto di voler ordire un agguato ai danni del magistrato intercettandolo nei percorsi che il pm attraversa nella sua quotidianità. Sulla 107 rientrando nella sua casa a Crotone, d’estate andando al mare, d’inverno rientrando dalla palestra, il luogo pare non fosse ancora stato programmato. L’intento però non è mai stato confermato, nonostante le numerose minacce di morte inoltrate all’indirizzo del pm dell’Antimafia sia dai clan crotonesi nonchè dagli ambienti del narcotraffico internazionale.