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Morì in ospedale: prosciolti medici e infermieri

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Morì in ospedale: prosciolti medici e infermieri

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COSENZA – Camici “smacchiati” dall’omicidio colposo. Il capo dei gip Enrico Di Dedda, sulla base della perizia medico-legale, redatta dall’anatomopatologo Berardo Cavalcanti, ha chiuso con un verdetto di

non luogo a procedere l’inchiesta sulla morte del giovane Paride Luceri, deceduto all’Ospedale dell’Annunziata, il 23 settembre del 2009, dopo che venne ricoverato d’urgenza nel nosocomio cittadino in seguito ad un malore che il ragazzo ebbe dopo un tuffo in una delle piscine di un parco acquatico dello Jonio cosentino. Prima di spirare, il giovane rimase in coma quindici giorni, senza mai riprendere conoscenza. Per la sua morte, erano finiti sotto inchiesta ben 17 persone, tutti medici ed infermieri, iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Il sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Bruno Tridico, titolare dell’inchiesta, sulla base di perizie, aveva avanzato al gip la richiesta di archiviazione. Ma su tale richiesta, l’avvocato Anna Inguscio, rappresentante della famiglia del giovane, costituitasi parte civile, aveva sempre presentato parere avverso, inducendo il gip a disporre una nuova super perizia. Anche quest’ultima, come detto effettuata dal medico-legale Berardo Cavalcanti, ha escluso ogni nesso di causalità tra l’errore medico-diagnostico Lucerio e la morte dello stesso. La positiva conclusione della vicenda, avanzata con veemenza dal nutrito collegio difensivo (Francesco Chiaia, Franco Sammarco, Franz Caruso, Nicola Carratelli, Giovanni Ferrari, Marco Amantea, Assunta Lucanto e Antonio Iaconetti, ndr) degli indagati, è stata salutata con soddisfazione dagli stessi medici ed infermieri. Dunque, a stroncare la vita e il sorriso di un giovane 20enne è stata un tuffo e forse un pò di sbadataggine. Che peccato, morire così.

LA TRAGEDIA – E’ morto il giovane universitario di Copertino, Paride Luceri di 19 anni, in coma da 16 giorni nella rianimazione dell’ospedale di Cosenza. Il ragazzo fu vittima di un malore al parco acquatico “Odissea 2000″. alle 13:45 del 23 settembre i medici hanno comunicato al padre, Mimino Luceri, e alla madre Maria Grazia, che Paride era «clinicamente morto». La famiglia e gli amici avevano sperato nel miracolo. Con la certificazione della morte cerebrale, i genitori, pur provati dal dolore, hanno autorizzato la donazione degli organi (cuore, reni e fegato). Doveva essere una domenica di gioia tra gli scivoli del parco acquatico di Rossano Calabro, il 6 settembre scorso. L’ultima domenica d’estate insieme agli amici. Studente di scienze politiche, allegro, aperto, Paride era il classico bravo ragazzo al quale voler bene. Il tempo di un tuffo dallo scivolo in piscina. Il tempo di un sorriso. Avrà battuto la testa Paride; forse è arrivato in acqua con violenza. Si è sentito male. Uscito dall’acqua con le sue gambe, i medici del presidio lo hanno fatto trasportare in elisoccorso a Cosenza. Il tentativo dei neurochirurghi di liberarlo da un ematoma. Poi l’attesa commovente della famiglia, fino al 23 settembre. 

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