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A processo i presunti pusher che rifornivano il Savuto di hashish e marijuana
 
																								
												
												
											L’inchiesta scaturì dall’arresto di un giovane di Malito ritrovato in possesso di un etto di ‘erba’ e 75 grammi di ‘fumo’.
COSENZA – Alla sbarra il business dello spaccio tra Cosenza, Mendicino ed il Savuto. L’udienza svoltasi ieri presso il Tribunale di Cosenza ha portato a cinque condanne, due con rito abbreviato e tre con patteggiamento, due rinvii a giudizio e un procedimento sospeso. Il processo riguarda l’operazione Kasba 3 scattata nell’Aprile del 2014 a seguito del prosieguo delle indagini che nel 2012 portarono all’arresto di un ragazzo di Malito, Piero Sisino per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Nelle disponibilità del giovane all’epoca furono rinvenuti, in totale, 175 grammi di cannabinoidi. Un quantitativo esiguo, ma sufficiente a far porre a setaccio l’area del Savuto ed i suoi pusher al ‘dettaglio’ con una raffica di controlli e perquisizioni che consentirono di sequestrare in circa due anni non più di mezzo chilo di marijuana e tre etti di hashish. Un risultato che, nonostante due operazioni dedicate (Kasba e Kasba 2) non soddisfo’ completamente gli intenti dell’arma dei carabinieri intenta ad individuare e smantellare la rete di spacciatori che da Cosenza migrava nell’area del Savuto per rifornire i propri acquirenti.
Dieci le perquisizioni disposte nel 2014 nel corso dell’operazione Kasba 3, quattro delle quali con esito positivo ed il sequestro di dodici piante di canapa, una pistola ad aria compressa, cento semini, 200 grammi di marijuana, otto tritaerba e due cartucce. Nel corso dell’udienza di ieri le posizioni dei destinatari dei provvedimenti cautelari emessi lo scorso Aprile sono state definite dal gup Giuseppa Ferrucci. Davide Ercole Pate è stato condannato ad un anno e tre mesi di reclusione, Roberto Sisino un anno e 800 euro di multa, Eduardo De Cicco a cinque mesi e 800 euro di multa, Andrea Bombini quattro mesi e 500 euro, pena sospesa per tutti gli imputati. L’unico a finire dietro le sbarre con la condanna ad un anno e tre mesi di detenzione è Marco Paura il quale dovrà inoltre pagare una pena pecuniaria pari a 3mila euro. Il ventunenne M. M. G. coinvolto nell’inchiesta è stato invece ammesso alla prova contraria. Il processo con rito ordinario in cui saranno giudicati i due imputati rinviati a giudizio, Andrea La Ratta e Andrea Garofalo, proseguirà il prossimo 15 Ottobre.
 
                        
 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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