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Rovito, simula rapina per nascondere la cessione di armi in cambio di droga

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Rovito, simula rapina per nascondere la cessione di armi in cambio di droga

Arrestato dalla Polizia un meccanico 35enne per simulazione di reato e cessione di armi

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COSENZA – Un meccanico di 35 anni di Rovito, V. A., è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla polizia per simulazione di reato e cessione di armi. Secondo quanto ricostruito dagli agenti, l ‘uomo lo scorso dicembre ha simulato di essere vittima di una rapina nel corso della quale gli sono state rubate tre armi. Dagli accertamenti è emerso invece che l’uomo avrebbe ceduto le armi a terze persone legate alla malavita locale in cambio di cocaina.

In particolare, la vicenda risale al pomeriggio dello scorso 1 dicembre quando il 35enne ha chiamato il numero di emergenza dichiarando di essere stato, poco prima, vittima di una rapina perpetrata in località Colle Mussano ad opera di due individui armati. Raggiunto dagli agenti, l’uomo ha dichiarato che i due malfattori gli avevano sottratto tre pistole cal. 9×21 e 100 munizioni dello stesso calibro, appena acquistate in un’armeria di Rende, nonché una quarta pistola (in cal. 45), già di sua proprietà. Secondo il racconto del meccanico, nei pressi del cimitero, è stato affiancato da un’autovettura con a bordo due uomini che gli facevano cenno di accostarsi, indicazione alla quale acconsentiva; proprio in quel frangente, uno dei due soggetti scendeva dall’auto, gli sferrava una gomitata in volto e, puntandogli una pistola alla testa, lo teneva fermo mentre il complice gli svuotava il bagagliaio, impossessandosi delle 3 armi e delle munizioni appena comprate in armeria e della quarta pistola da lui già regolarmente detenuta, nonché di una collanina in oro che aveva al collo, provocandogli dei graffi, dileguandosi con il bottino.
La ricostruzione fornita dall’uomo però non convinceva affatto gli investigatori della Squadra Mobile – IV Sezione Reati contro il patrimonio e la P.A. Gli agenti hanno riscontrato forti discordanze circa i tempi impiegati per compiere il tragitto intercorrente tra la casa e l’armeria e viceversa, gli orari e le testimonianze acquisite dai testimoni facevano emergere una ricostruzione dei fatti fortemente contrastante con quella fornita dall’uomo. Dalle indagini, poi, è emerso che il 35enne ha cercato più volte di eludere le investigazioni precostituendo le versioni da fornire ai poliziotti nel corso degli interrogatori e giungendo sino a obbligare un suo amico a rendere una specifica versione dei fatti evidentemente non veritiera.

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