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La sibaritide insorge, cittadini occupano la statale 106. Oltre 15 chilometri di coda

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La sibaritide insorge, cittadini occupano la statale 106. Oltre 15 chilometri di coda

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Sullo Jonio cosentino mancano treni, strade, ospedali mentre si annuncia la riapertura della megadiscarica di Scala Coeli.

 

CARIATI (CS) – Dalle prime ore del mattino i cittadini della sibaritide stanno affollando il ponte Molinello all’altezza del centro urbano di Cariati. Almeno un centinaio di manifestanti hanno occupato il viadotto della statale 106 in segno di protesta e in tanti, avuta notizia della mobilitazione, stanno accorrendo per sostenere le ragioni del presidio. Simbolo del degrado e dell’abbandono in cui versa l’intera fascia jonica cosentina, il ponte Molinello è stato chiuso al regolare transito circa sei mesi fa in quanto ritenuto pericoloso. Un provvedimento scaturito dopo le numerose denunce presentate dall’associazione ‘Basta vittime sulla 106’ a seguito dei diversi incidenti mortali registratisi in quel tratto.

 

Invece di mettere in sicurezza l’area gravata come afferma la stessa Anas da ”vistosi fenomeni di degrado delle superfici murarie delle campate in forma di svuotamento dei giunti di malta, di lesioni e rotture localizzate, oltre alla corrosione in molti punti delle ringhiere e dei montanti a protezione del manufatto” si è deciso, per risparmiare, di istituire un senso unico alternato regolamentato da un impianto semaforico con un limite massimo di velocità di 30 Km/h. Una situazione che provoca, quotidianamente code per circa dieci chilometri da Cariati sino a Pietrapaola e che paralizzerebbe l’intero territorio con l’arrivo della stagione estiva in cui la popolazione del circondario arriva a contare oltre 200mila abitanti.

 

Cittadini ai quali, come denunciano stamane i manifestanti che hanno occupato il ponte Molinello, non vengono garantite neanche le cure ospedaliere dopo la chiusura del nosocomio di Cariati che serviva da Cirò sino alla Sila Greca. Il presidio sanitario più vicino è lo spoke di Rossano a circa un’ora e mezza di distanza. Una problematica grave a cui si aggiungono le soppressioni dei treni imposte da Trenitalia ed un ‘fantasma’ che aleggia sempre più inquietante: la megadiscarica di rifiuti speciali di Scala Coeli. “Ci hanno condannato alla morte, – afferma uno degli attivisti delle Lampare Basso Jonio Cosentino presente al presidio – non abbiamo più, treni, strade, ospedali e in più ci vogliono seppellire sotto i veleni della discarica.

 

Scala Coeli sarà riaperta per tamponare la nuova emergenza rifiuti, in deroga ad una sentenza del Consiglio di Stato che ne sanciva la chiusura. Come facciamo a far transitare nel traffico con code chilometriche nel centro del paese centinaia di compattatori, che come noto, inondano di percolato ogni strada che percorrono? Inoltre non abbiamo più un ospedale ci è stato scippato da Scopelliti ed Oliverio continua ad ignorarci. Da qui non ci muoveremo finché non ci daranno risposte su mobilità, rifiuti e sanità. Esistiamo e vogliamo essere ascoltati. I nostri giovani vengono ‘deportati’ a causa di una disoccupazione da brivido e l’economia in queste condizioni è sempre più soffocata. “. La statale 106 resta quindi bloccata, il transito viene consentito dai manifestanti solo ai mezzi del 118.

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