Calabria
Arrestato in Spagna il pericoloso latitante di San Luca, Giuseppe Romeo
 
																								
												
												
											La Guardia Civil spagnola lo ha scovato grazie ad una operazione di polizia resa possibile dalla cooperazione fornita dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dallo Sco della Polizia di Stato
SAN LUCA (RC) – Il suo arresto secondo gli inquirenti rappresenta un momento di particolare rilievo nell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale gestito dalla ‘ndrangheta. Il latitante Giuseppe Romeo è stato arrestato nella serata di ieri in Spagna. Nel 2018 era sfuggito all’arresto nell’ambito dell’operazione antidroga “European ‘Ndrangheta Connection“, ed il gip all’epoca aveva emesso un mandato di arresto europeo. Negli ultimi giorni, le indagini hanno consentito alla Dda e alla polizia di Reggio di fornire ai colleghi spagnoli elementi significativi sulla sua presenza nella penisola iberica. Giuseppe Romeo era inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell’Interno.
Conosciuto con i soprannomi “u pacciu”, “maluferru” o “u nanu”, il latitante è figlio di Antonio Romeo, alias “centocapelli“, detenuto a Parma e ritenuto contiguo all’omonima cosca conosciuta con il nome di “Stacchi” di San Luca. Nel gruppo mafioso dei “Pelle-Costadura-Romeo”, al centro dell’inchiesta “European ‘Ndrangheta Connection”, il latitante ricopriva il ruolo di promotore, organizzatore e finanziatore dei traffici di cocaina in Europa.
Stando alle indagini, Romeo era residente in Germania, ma faceva la spola fra la Calabria, la Lombardia e l’Europa nord-occidentale al fine di stringere accordi con i fornitori dello stupefacente e con alcuni intermediari dimoranti in Belgio, Olanda e Germania. Secondo gli inquirenti, Romeo riusciva a far arrivare 40 chili di cocaina a settimana dall’Olanda a Milano, con la collaborazione di altri sodali calabresi, alcuni dei quali già condannati in primo grado a parecchi anni di reclusione. Così come lo stesso Romeo condannato anche per aver intestato fittiziamente le proprie quote del bar-gelateria “Cafè La Piazza” di Bruggen, oggi sequestrato, ad altri soggetti imputati nel processo “European ‘Ndrangheta Connection”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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